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Sparatoria in Tribunale: Giardiello, "sono entrato dal metal detector"

"Se mi avessero trovato la pistola, avrei detto che volevo suicidarmi". L'interrogatorio coi pm

Claudio Giardiello, l'attentatore che ha sparato in tribunale a Milano il 9 aprile 2015, ha dichiarato di essere regolarmente passato dal metal detector e ha fatto passare la borsa con la pistola attraverso il "Fep", lo strumento in cui depositare gli oggetti personali al controllo.

In particolare ha usato uno stratagemma: ha posizionato la pistola sotto un computer portatile. Gli investigatori hanno verificato "sul campo" che lo stratagemma funziona: la luce si accende ma nel monitor appare solo l'ingombro del computer. Ecco spiegato perché i vigilantes non l'hanno fermato.

Se l'arma fosse stata scoperta, aveva pensato di dire che voleva togliersi la vita all'interno del Palazzo di Giustizia. Intenzione che comunque aveva. "Credevo nella giustizia e poi mi sono successe le cose che si possono vedere nelle carte", ha affermato ai pm che lo hanno interrogato per la strage nella quale hanno trovato la morte l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, il giudice Fernando Ciampi e l'ex socio Giorgio Erba, e sono stati feriti Davide Limongelli (co-imputato di Giardiello quella mattina in un procedimento fallimentare) e il commercialista Stefano Verna. 

Sparatoria al tribunale di Milano - LE FOTO

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