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Cronaca Duomo / Piazza del Duomo

'Sabato nero' a Milano: i comizi di Salvini (Lega) e Di Stefano (CasaPound)

Salvini ha parlato davanti una piazza gremita. Poi ha giurato sul vangelo e la costituzione

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha 'giurato' fedeltà alla Repubblica, fingendo di essere nominato premier al Quirinale, chiudendo il comizio in piazza Duomo con tanto di Costituzione e Vangelo tra le mani. "Mi impegno e giuro - ha detto - di essere fedele al mio popolo, a 60 milioni di italiani, di servirlo con onestà e coraggio, giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo. Io lo giuro, giurate insieme a me? Grazie, andiamo a governare e a riprenderci questo Paese".

Deluso dall'assenza di Maroni? “No, Io mi godo la piazza che c’era”. Ha replicato così Salvini, prima di lasciare piazza Duomo dopo il comizio finale della campagna elettorale nazionale della Lega. A chi gli ha chiesto se il presidente uscente della Regione Lombardia avesse avuto qualche cosa di meglio da fare, ha risposto: C’è tanto di meglio da fare, guardate che giornata c'è”.

“Il 4 marzo o si vince o si muore, o si cambia adesso o non si cambia più”. Salvini gioca il tutto per tutto alle prossimi elezioni e chiama gli elettori a non astenersi. “Chi non sceglie fa si che per i suoi figli scelgano altri, chi non sceglie non punisce il politico disonesto, punisce se stesso, chi non sceglie fa valere doppio il voto dei mafiosi”. “Sapete una cosa? Domenica vinciamo”, ha ripetuto Salvini. “E poi viene il bello. Aspetto solo le facce di quei commentatori, di quei sociologi, di quei politologi, di quei giornalisti, di quei sondaggisti”.

CasaPound

Simone Di Stefano, leader candidato premier di CasaPound, a parlato davanti a circa 200 persone. "Sono sconcertato dal clima di tensione e violenza che sta segnando questa campagna elettorale - ha detto Di Stefano prima di salire sul palco - il nostro è un programma sociale avanzato che prevede il recupero della sovranità di questo Paese. Non vogliamo uno stato totalitario, difendiamo a spada tratta la Costituzione, vogliamo governare seguendo le regole".

Gli antifascisti

Alle 14 largo La Foppa era già gremita. La Milano antifascista lo aveva promesso: "No al sabato nero" e in tanti sono scesi in piazza. Alcune centinaia di persone, tra le quali molti studenti, partecipano al presidio organizzato da un raggruppamento di militanti dei movimenti antagonisti. Il raduno mirava a contrastare la contemporanea presentazione dei candidati alle elezioni del movimento di estrema destra Casapound.  

Video: prime cariche della polizia contro i manifestanti

Tafferugli tra antagonisti e polizia (Foto MilanoToday)

Attorno alle 15.30 si sono verificati i primi scontri tra manifestanti e le forze dell'ordine, presente in gran numero alla protesta. Poliziotti e militari, in assetto antisommossa, hanno impedito l'inizio del corteo diretto verso il centro città. A quel punto sono cominciati i lanci di oggetti contro il cordone da una parte e le cariche di allegerimento contro gli antagonisti dall'altra.

Video: il cordone della polizia blocca i corteo

Scontri tra polizia e antagonisti (di. C. R. Guarino)

Le cariche contro i presenti sono state accompagnate dal lancio di lacrimogeni e dall'uso dei manganelli (video). Contuse varie persone in testa al corteo. Nessuno, stando alle prime informazioni, sarebbe grave (quattro in tutto le fermate chiuse). Dopo diverse decine di minuti praticamente fermi, attorno alle 17.30 il corteo si è mosso in direzione piazza della Repubblica, sempre 'marcato stretto' da Digos e agenti in antisommossa. E poco dopo si è sciolto senza ulteriori conseguenze.

'Sabato nero': Milano militarizzata (Foto D. Bennati)

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