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Cronaca

Coppia dell'acido, deciso il futuro del figlio di Levato e Boettcher: sarà dato in adozione

La Cassazione conferma l'adottabilità del bimbo. Respinto anche il ricorso dei nonni

Via dai genitori. E via dai nonni. Venerdì, la Cassazione ha confermato l'adottabilità del figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher, l'ormai famosa coppia dell'acido

Il bimbo è nato nell'agosto 2015, quando sua madre era già in carcere, ed era stato immediatamente tolto alla mamma e al padre, che avevano presentato ricorso per averne l'affido. Anche i nonni materni avevano chiesto che il piccolo potesse crescere con loro, ma evidentemente non è servito. 

Da venerdì, quindi, il piccolo sarà pronto per lasciare la casa famiglia in cui si trova - lì ha ricevuto, a volte, le visite di nonni e genitori - e potrà avere una nuova famiglia. 

"Non può garantire uno sviluppo sereno al bimbo"

I giudici, nel decidere la sua adottabilità, hanno sottolineato i "gravissimi comportamenti delittuosi posti in essere dalla Levato con in grembo il piccolo, essendo lei consapevole della gravidanza" e "le anomalie del carattere e della personalità della madre, sebbene non integranti patologie psichiatriche definite" e hanno valutato "i negativi effetti sulla sua capacità genitoriale, escludendo che lei possa garantire al bambino uno sviluppo psicofisico sereno ed equilibrato negli anni più delicati per la sua crescita".

I giudici hanno inoltre evidenziato "i disturbi psicologici" della ex studentessa Bocconiana, tra cui hanno posto l'accento su "la sua immaturità, l’esaltazione narcisistica del proprio io, l’assenza del bambino dalle proprie riflessioni e preoccupazioni e, in sostanza, la mancanza di un autentico cambiamento di vita, che avrebbe richiesto necessariamente la presa di coscienza della gravità dei propri comportamenti e il pentimento, all’esito di un percorso doloroso che non è stato riscontrato"

"I figli non si tolgono neanche ai mafiosi"

Nell'udienza dello scorso 30 novembre, il sostituto pg della Suprema Corte, Francesca Cerone, aveva detto, auspicando che il bambino fosse affidato proprio ai nonni: "I figli non si tolgono nemmeno ai mafiosi perché ogni bambino ha diritto a crescere nella famiglia dove è nato". 

"Rispettiamo le figure di questi nonni - aveva detto il legale rappresentante del comune di Milano, che in questi anni ha avuto il bimbo in affido -, ma l'impegno che vogliono assumersi è sproporzionato alle loro forze, al divario di età, alla durata pesante della pena alla quale sono stati condannati i genitori del bambino che non potranno quindi subentrare presto ai nonni". 

Il folle piano di Martina e Alex

Martina e Alexander, infatti, dovranno restare ancora a lungo in cella per quelle aggressioni con l'acido che i due - ai tempi amanti - avevano compiuto in un folle percorso di purificazione che mirava a colpire tutti gli ex fidanzati della studentessa bocconiana. A cadere sotto i loro colpi erano stati Antonio Margarito - quasi evirato -, Stefano Savi, colpito per un tragico scambio di persona con Giuliano Carparelli, che era stato colpito in un secondo momento, e Pietro Barbini, l'ultimo ad essere sfregiato. 

Per le aggressioni la Levato è stata condanna a venti anni di carcere perché i giudici hanno riconosciuto la continuazione della pena e le hanno “scontato” otto anni dai ventotto che avrebbe dovuto passare in cella per le condanne a dodici anni per l’agguato a Pietro Barbini e a sedici per le aggressioni contro Carparelli, Margarito e Savi. Boettcher è invece stato condannato a ventitré anni per aver sfregiato Savi e Carparelli e a quattordici anni per il blitz contro Barbini. L'ex broker, hanno scritto gli stessi giudici nella sentenza, era stato "l'ideatore" di quel folle piano

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