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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, l'audio su Whatsapp che ha creato il panico: indaga la procura di Milano

Sotto accusa un audio diffuso nei giorni scorsi che preannunciava la quarantena per Milano e consigliava di fare incetta di alimentari

Mentre i carabinieri del Nas ispezionano gli ospedali del Lodigiano, a partire da quello di Codogno, per ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto durante i giorni nei quali si sono verificati i primi casi di coronavirus, si apre un altro fronte: quello dei messaggi che creano allarmismo. Su uno di questi in particolare si concentra l'attenzione dei sostituti procuratori milanesi Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco, che hanno aperto un fascicolo d'inchiesta sulla diffusione di false notizie.

Si cerca di far luce soprattutto su un audio messaggio dei giorni scorsi attraverso Whatsapp, che pare abbia avuto larga diffusione e ascolto. Nel messaggio si ascolta la voce di una donna che, basandosi (a suo dire) su quanto le avrebbe detto "la moglie di uno della Regione", intesa come Lombardia, la città di Milano sarebbe finita in quarantena, pertanto sarebbe stato opportuno procurarsi alla svelta una scorta di generi alimentari.

Coronavirus: supermercati assaltati, «panico irresponsabile»

Come si sa, i supermercati sono stati presi d'assalto e gli scaffali di molti di essi si sono svuotati dei beni di prima necessità. E se c'è stato spazio per un po' d'ironia (le scatole di penne lisce rimaste sugli scaffali della pasta, a riprova che proprio non piacerebbero quasi a nessuno), l'attenzione si è focalizzata sul fatto che l'incetta di alimentari era totalmente irrazionale e ingiustificata. «La divulgazione di queste cose, che creano ondate di panico irresponsabili, è un reato ed è nostra ferma intenzione individuare i colpevoli», ha spiegato Tiziana Siciliano.

In queste ore, sono in tanti a puntare il dito contro i mass media per i toni "allarmistici" con cui verrebbero divulgate le informazioni sul coronavirus; in realtà, i mass media (con alcune eccezioni, purtroppo) stanno "coprendo" le notizie sull'infezione snocciolando i dati quando essi vengono forniti dalle autorità competenti, e fornendo informazioni sia sulle varie ordinanze (come quella firmata domenica scorsa da Attilio Fontana, governatore della Lombardia, che di fatto "blinda" la zona rossa del Lodigiano e prende provvedimenti molto drastici per il resto della regione), sia sui reali rischi, dando voce agli esperti e alle statistiche, che parlano di percentuali mortali inferiori all'1% in caso di pazienti relativamente giovani e sani.

Meno controllabili e meno seri sono proprio i messaggi audio come quello su cui sta facendo luce la procura. L'allarmismo che creano in una situazione del genere è sicuramente più elevato proprio perché incontrollabili sono i contenuti, e spesso poco scientifici e molto irrazionali. E' appena il caso di rilevare che nel Lazio, dove fino a quando scriviamo non si è ancora verificato un solo caso "autoctono" in tutta la regione, i teatri (che restano regolarmente aperti) sono presi d'assalto da telefonate di persone che chiedono se vengono presi provvedimenti di chiusura spontanea e sui social si legge che questa sarebbe una "saggia decisione".

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