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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cristina, l'attivista milanese "in ostaggio" da 5 giorni in Turchia: 'Sta male, siamo spaventati'

La denuncia: 'Non riusciamo a sentirla, le hanno sequestrato il telefono'. La situazione

"Esprimiamo grave preoccupazione per il protrarsi della permanenza di Cristina presso il centro di espulsione di Gaziantep". È questo l'ultimo grido di aiuto arrivato dall'avvocato Alessandra Ballerini e dai familiari di Cristina Cattafesta, l'attivista milanese di 62 anni fermata lo scorso 24 giugno in Turchia, dove si trovava insieme a una delegazione di Cisda - coordinamento italiano a sostegno delle donne afghane - per svolgere il ruolo di osservatrice internazionale durante le elezioni presidenziali e parlamentari per conto del partito filocurdo Hdp. 

Cristina, candidata nel 2016 per il comune di Milano con Basilio Rizzo, era stata fermata per un controllo in strada ed era stata accusata di fare propaganda terroristica perché sul suo cellulare era stata trovata una sua foto con la bandiera del Pkk, il movimento paramilitare curdo che ad Ankara è considerato a tutti gli effetti un gruppo terroristico.

Dopo un giorno di detenzione, la 62enne era stata liberata e martedì 26 era stata trasferita nel dipartimento immigrazione di Gaziantep per essere rimpatriata.

Da quel momento, però, il buio. "Speriamo tutti che il suo rientro sia imminente, ma sono passati cinque giorni dal suo fermo e nelle ultime 48 ore, ossia da quando è stata trasferita a Gaziantep, nessuno di noi è più riuscito ad avere contatti con lei perché le è stato sequestrato anche il cellulare", hanno denunciato il suo legale e i suoi parenti.

"Cristina è una donna di 62 anni che soffre di problemi di salute ed ha la necessità di fare controlli continui e cure adeguate - si sottolinea nel comunicato -. Non abbiamo informazioni certe sul suo rientro, né la possibilità di metterci in contatto con lei".

"Sappiamo che l’avvocato del consolato italiano è andato a trovarla e siamo grati per l’impegno della Farnesina con la quale siamo in costante contatto ma esprimiamo seria preoccupazione per il suo stato di salute e - concludono i familiari - chiediamo all’Ambasciata Italiana, alle istituzioni italiane ed europee il massimo impegno per riportare Cristina Cattafesta in Italia nel più breve tempo possibile".

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