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Cronaca

La storia di Davide, cantante dei Vallanzaska "rapito" in Egitto

Due notti senza cibo né acqua dopo avere scattato una foto all'aeroporto di Sharm pochi giorni dopo l'attentato all'aereo russo di Metrojet

Trentacinque ore senza cibo né acqua, ma soprattutto senza alcuna spiegazione. E' successo a Sharm El Sheikh a Davide Romagnoni, 44enne milanese cantante del gruppo ska Vallanzaska, ma si è saputo soltanto di recente. Il paragone corre veloce verso il ricercatore e reporter Giulio Regeni, ucciso proprio in Egitto, delle cui ultime ore non si conosce ancora la verità. Destino diverso: uno è vivo (e può raccontare la sua vicenda), l'altro è morto. Ma soprattutto, non è chiaro se le vicende abbiano davvero una qualche somiglianza.

Romagnoni si trovava in vacanza a Sharm quando - il 31 ottobre 2015 - un aero russo è esploso poco dopo il decollo. Qualche giorno dopo, il 6 novembre, il musicista si è recato personalmente in aeroporto per verificare con i propri occhi la situazione dello scalo, perché sarebbe dovuto partire di lì a qualche giorno. 

E in aeroporto il cantante dei Vallanzaska ha scattato una fotografia. Non l'avesse mai fatto: è stato subito bloccato da alcuni militari che lo hanno interrogato sommariamente in aeroporto togliendogli poco dopo il cellulare (ma lui ha fatto in tempo a scrivere ad alcuni amici). Lo hanno tenuto nello scalo fino alla notte successiva, poi lo hanno portato in un carcere lontano da Sharm, chiuso in una cella con più di trenta persone e processato in lingua araba.

Naturalmente Romagnoni non ha capito una sola parola di quanto gli veniva detto. Compresi i fogli che è stato costretto a firmare dopo la seconda notte in prigione, sempre senz'acqua e senza cibo. Dopo avere firmato, lo hanno lasciato andare insieme ad altri due prigionieri, liberandolo nel deserto come si fa con le persone rapite.

Tuttora Romagnoni non sa esattamente né perché è stato catturato, né di che cosa è stato accusato (gli hanno soltanto detto che è vietato scattare fotografie in aeroporto, ma non sembra una motivazione sufficiente a ciò che è successo), e nemmeno perché alla fine l'hanno lasciato andare. Si è deciso a raccontare la vicenda dopo quello che è successo a Giulio Regeni, anche se tra la sua storia e quella del ricercatore ha trovato anche tante differenze.

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