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Cronaca

Denuncia anti sgomberi, De Corato: "Ridicola"

Secondo il vicesindaco l'esposto anti-sgomberi presentato contro di lui e il sindaco di Milano sarebbe ridicolo. De Corato: "Agnoletto e company preferiscono far scorazzare bimbi tra amianto, topi e quintali di rifiuti"

"Ridicola”. E' questo l'aggettivo con cui il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato replica alla denuncia presentata oggi nei suoi confronti e del sindaco Letizia Moratti dal Gruppo di Sostegno Forlanini contro gli sgomberi dei campi rom a Milano.

“La denuncia – continua De Corato -  ribalta la frittata. Perché chi viola il codice penale, e nello specifico l’articolo 633, sono gli stessi rom che occupano gli stabili comunali e privati. Privati che sporgono querela e chiedono all’amministrazione e alla Prefettura lo sgombero degli abusivi”.

“L’ intento è sempre lo stesso – aggiunge De Corato -. Far passare la linea adottata dal Comune per la difesa dell’interesse pubblico e la sicurezza come discriminatoria e razzista. Un film che abbiamo già visto. Siamo abituati a questi ricorsi (solo per via Forlanini siamo al quinto da parte dei nomadi) sostenuti da associazioni pseudo buoniste che tentano di rovesciare ipocritamente la situazione”.

“Evidentemente Agnoletto & compagnia preferiscono che i bambini siano lasciati scorrazzare tra amianto, topi e quintali di rifiuti. Salvo poi tacere se nelle stesse aree occupate abusivamente dei minori vengano rapiti, derubati e fatti oggetto di violenza sessuale da altri occupanti sotto minaccia di pistola, abbandonati dai genitori che vanno in giro a rubare. Non ci si può ricordare dei bimbi rom solo quando vengono effettuati degli sgomberi, che sono invece volti a difendere l’incolumità e la salute degli stessi occupanti”, prosegue il vicesindaco.

“La condotta discriminatoria – continua De Corato - evocata dai diversi rom si è sempre rivelata inesistente, come hanno sancito più decisioni di organi giudiziari. Basti pensare, ad esempio alla sentenza del settembre 2008 del Tribunale di Milano  che ha infatti respinto il ricorso, presentato da alcune associazioni,  contro lo sgombero degli abusivi di San Dionigi del settembre 2007. Dove nero su bianco si diceva che l’intervento aveva rispettato i criteri di logicità e ragionevolezza e non c’è stato alcun collegamento al fattore differenziale della razza o dell’origine etnica. L’azione del Comune al contrario aveva avuto come unico obiettivo quello di perseguire l’interesse pubblico e la sicurezza. Motivi ribaditi da una sentenza del Tar del Lazio nel febbraio 2010 in merito al regolamento prefettizio  sulle norme di identificazione e censimento dei rom previste nei regolamenti comunali”.

“Non dimentichiamo che l’arrivo dei nomadi nei quartieri corrisponde puntualmente a un incremento di fenomeni di criminalità predatoria e degrado – conclude De Corato -. Basti dire che in occasione dei 360 sgomberi effettuati dalla Polizia Locale sono scattati anche 365 denunce e ben 171 arresti e fermi di polizia giudiziaria per reati vari”.

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