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Cronaca

Divorzio breve in comune: il tribunale di Milano, «anche con l'avvocato»

La norma parla di «presentarsi personalmente», ma questo non impedisce di farsi rappresentare da un legale

I coniugi in procinto di divorziare non dovranno presentarsi di persona davanti all'ufficio anagrafe del comune, se scelgono la via del "divorzio breve" consentita in Italia da pochi mesi. E' quanto ha stabilito un giudice di Milano, Giuseppe Buffone, chiamato a proununciarsi sul caso di una coppia meneghina a cui il comune di Milano aveva respinto l'istanza di divorzio applicando alla lettera la norma, che parla di obbligo a presentarsi «personalmente» in comune.

Quel "personalmente", per il giudice (e per il pm Nicola Cerrato), non va inteso così alla lettera. I coniugi infatti possono in ogni caso avvalersi della rappresentanza di un procuratore speciale, come un avvocato, il quale è titolato a «svolgere in luogo del rappresentato tutte le attività che questi dovrebbe porre in essere al cospetto dell'autorità amministrativa», spiega Cerrato come riferito da Repubblica.

Sono poco più di duecento le pratiche di divorzio breve "chiuse" a Milano dall'11 dicembre 2014, quando la norma è entrata in vigore. Si tratta di circa un decimo del totale dei divorzi. Il costo del divorzio in comune è molto ridotto rispetto a quello in tribunale e davvero minimo se si sceglie di non farsi assistere da un avvocato. Ma per divorziare davanti all'ufficiale di stato civile occorre non avere figli minori, disabili o economicamente non autosufficienti.

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