rotate-mobile
Cronaca

66enne milanese picchiata e quasi violentata a Lecce: "perdona" l'aggressore

Una 66enne milanese doc, a Lecce da qualche tempo, subisce un pestaggio e un tentativo di violenza da parte di un nigeriano. Lecceprima l'intervista: "Amo la città, e no al razzismo. E' una persona disturbata"

Tentato stupro, intervista alla vittima: "Amo ancora Lecce e dico no al razzismo"

Ha subìto una brutale aggressione a Lecce, dove vive da qualche mese, Luciana, una donna di Milano di 66 anni. Un'aggressione a sfondo sessuale, in una zona semi-centrale, di giorno. Un giovane di origini nigeriane l'ha seguita e poi ha tentato di abusare di lei, strappandole in parte i vestiti. Un giovane che qualche anno fa, a quanto pare, avrebbe compiuto un atto simile a Roma, sempre ai danni di una donna non più giovanissima.

LeccePrima l'ha incontrata in ospedale, e ha raccontato la storia della donna con un articolo di Emilio Faivre. Lei e la figlia Paola si sono trasferite nel capoluogo salentino tre mesi fa, ma sono di Milano: vivevano prima in zona Fiera e poi - negli ultimi tempi - a Lainate. A far loro scattare il desiderio di "cambiare aria", la morte del marito. Volevano un ambiente umano più caldo e accogliente, contro la freddezza (proverbiale) di Milano.

Ora madre e figlia ci tengono a spiegare le loro opinioni e il loro punto di vista. "Per contrastare - dicono a LeccePrima - la tendenza, sbagliata, a puntare gli occhi su questo giovane, a strumentalizzare la vicenda". A loro modo di vedere, è sbagliato puntare il dito sul fatto che il 34enne aggressore fosse immigrato o africano. "La parola chiave - spiega la figlia - è clandestino".

La donna ha subìto (secondo quanto lei stessa racconta) almeno venti pugni sul corpo. E' riuscita a salvarsi grazie al coraggio e soprattutto alla sensazione che, se non avesse fatto nulla, avrebbe rischiato di morire, di lasciare da sola la figlia. "La forza di vivere mi ha dato il coraggio di urlare e urlare".

E sono state proprio le sue urla a salvarla: alcuni passanti l'hanno sentita, hanno avvertito i carabinieri e questi, una volta giunti sul posto, non hanno avuto difficoltà a individuare l'aggressore, che nel frattempo se l'era data a gambe. La vittima stupisce (non dovrebbe, in realtà, stupire. Ma siamo abituati a ben altre reazioni) per la sua lucidità e per la sua coerenza con quanto dice di avere sempre fatto e professato: "Questa cosa - spiega - è capitata alla persona meno razzista di tutte". Racconta che quando aveva un'attività commerciale a Milano offriva sempre un caffè agli stranieri che avevano bisogno.

"Non riesco a diventare razzista - aggiunge Luciana nel suo racconto a LeccePrima - e non è affatto vero che il diverso dev'essere cattivo per forza. Quel ragazzo è disturbato, è un povero disgraziato. Sappiamo tutti cosa stanno soffrendo in Nigeria e, in generale, in tutta l'Africa, solo che non se ne parla mai. Ci interessano solo i problemi del nostro petrolio". Luciana punta il dito sulla clandestinità del suo aggressore: "Aveva già compiuto atti analoghi a Roma. Se non si allontana dall'Italia chi ha già compiuto fatti del genere, quanto meno che lo si affidasse alle cure di qualcuno in grado di aiutarlo".

E che cosa ne pensa di Lecce e dei suoi abitanti? "Sono sempre nel mio cuore, persone umane", dice Luciana. Che non ha inenzione di modificare l'idea che l'ha portata a vivere nel Salento, e meno che mai di ritrasferirsi. L'ultimo invito è per tutte le donne che subiscono aggressioni: "Abbiate coraggio e denunciate", dice Paola, la figlia. Quanto all'aggressore, è in cella. E si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stavolta, almeno ci si augura, è stato fermato.



Potrebbe interessarti: https://www.lecceprima.it/cronaca/tentato-stupro-intervista-alla-vittima-amo-ancora-lecce-e-dico-no-al-razzismo.html
Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/pages/LeccePrimait/112352998793334

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

66enne milanese picchiata e quasi violentata a Lecce: "perdona" l'aggressore

MilanoToday è in caricamento