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Cronaca

Droga dall'Olanda, smantellate due bande che importavano cocaina: 40 chili sequestrati

La polizia di Milano ha eseguito 12 arresti

Importavano cocaina di elevata qualità, pura fino al 92%, dall'Olanda servendosi di trasportatori prevalentemente italiani e insospettabili, che nascondevano la sostanza in vani ricavati nell'abitacolo in punti difficili da raggiungere anche per i cani molecolari. Ed erano molto ben organizzati: ad esempio installavano rilevatori Gps all'interno dei mezzi usati per il trasporto della droga, in modo da tenerli sempre sotto controllo. E avevano ideato un sistema cifrato per comunicare tra loro i nuovi numeri di cellulare. 

Video: il blitz

Due i gruppi smantellati dalla squadra mobile di Milano, diretta da Lorenzo Bucossi. La sezione antidroga (guidata da Domenico Balsamo) ha avviato le indagini alla fine del 2015, scoprendo prima un gruppo e poi un altro, autonomi tra loro. Gli investigatori sono arrivati al secondo gruppo ascoltando una conversazione tra un trasportatore italiano e uno degli albanesi. L'italiano spiegava all'altro che, nel suo stabile, vive un albanese che fa parte di una banda in grado di importare 50 chili di droga al mese dall'Olanda, che gli aveva offerto una collaborazione. Il totale è di 12 misure di custodia cautelare, ma alcuni membri delle due bande devono essere ancora catturati.

Grazie a quella conversazione, gli investigatori hanno "allargato" il campo d'azione andando a scandagliare anche la seconda banda. Identica l'attività (il traffico di cocaina e hashish dall'Olanda), stesso Paese di provenienza (l'Albania, e in particolare la città di Fier) e più o meno il medesimo modus operandi. Cambiava la rotta: gli uni facevano arrivare la droga dalla Germania e poi dal Brennero, gli altri dal Belgio e poi dalla Francia.

Cocaina di elevata qualità

Entrambe le bande gravitavano su Milano. La prima nella zona di Turro (diversi indagati dimorano in via Dolomiti), la seconda nell'hinterland Nord, dove utilizzava depositi a Bresso e Cusano Milanino. In totale la squadra mobile ha sequestrato circa 40 chili di cocaina, la cui elevata purezza la rende appetibile sul mercato: i compratori sono disposti a pagarla di più, perché potenzialmente la possono rivendere a clienti più facoltosi oppure, tagliandola, ricavarne quantità ancora maggiori. 40 chili di cocaina pura al 92%, secondo gli investigatori, possono valere almeno 4 milioni di euro, ma anche di più se la droga viene tagliata.

I primi due sequestri (da 5 chili e da mezzo chilo) non fanno demordere la prima delle due bande incastrate, che trova subito il modo di "rimpiazzare" l'autotrasportatore fermato dalla polizia. Più pesanti i successivi sequestri (oltre 20 chili in una sola occasione), ma non tanto da interrompere l'attività: durante gli arresti di mercoledì mattina, infatti, gli agenti hanno scoperto 2 chili e mezzo di cocaina a casa di uno e 17 chili di hashish a casa di un altro, oltre a circa 10 mila euro in contanti. Una piccolissima parte del guadagno complessivo delle due bande.

La cura dei dettagli

La cura organizzativa era tale che le confezioni di droga erano già vendute (e pagate) prima di essere recuperate in Olanda, tanto che al momento del carico sulle auto (tutte di media cilindrata e modelli comuni, per non dare nell'occhio) sui "panetti" venivano riportati i nomi in codice dei compratori in Italia. Così, giunta la merce nel Milanese, i trafficanti non perdevno granché tempo a smistarla.

Particolare anche il sistema, a cui si è prima accennato, per diffondere all'interno del gruppo un nuovo numero di cellulare in uso. La "chiave" stava nella parola "Berlusconi", che ha 10 lettere tutte diverse tra loro. Così "b" stava per 1, "e" per 2, "r" per 3 e così via fino a "i" per 0. Gli indagati inoltre usavano telefoni Blackberry, ritenendo che fossero particolarmente sicuri e non facilmente intercettabili.

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