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Cronaca

Ecomafie 2010: la Lombardia è il crocevia dei traffici illegali di rifiuti

Il rapporto di Legambiente fotografa una Lombardia come zona con minore illegalità ambientale diffusa, ma con maggiore presenza di soggetti che praticano una criminalità sistematica legata al traffico di rifiuti

1_4Il rapporto Ecomafia 2010 di Legambiente parla chiaro: la Lombardia è diventata il crocevia dei traffici illegali di rifiuti. È vero che il ciclo dei rifiuti attraversa l'Europa, fino ad arrivare all'Asia, passando per l'Africa. Ma è anche vero che un terzo delle grandi inchieste italiane sui traffici illeciti di rifiuti vede come protagonista la Lombardia.

Ci sono state infatti circa 153 infrazioni accertate nella gestione dei rifiuti nel 2009, contro le 144 dell'anno precedente. Ad aumentare nel 2009 è stato anche il numero delle persone denunciate, per un totale di 241, rispetto alle 164 del 2008.

La situazione per quella che si presenta come una della regioni più produttive d'Italia, quindi, non è affatto rosea. "La Lombardia - ha spiegato Enrico Fontana, del direttivo nazionale di Legambiente e autore del rapporto Ecomafia 2010 - è la nona regione in Italia per quanto riguarda gli illeciti contro l'ambiente, ma tra le primissime regioni per il numero di persone arrestate e per il numero di inchieste relative al traffico illegale di rifiuti". Una doppia posizione che fa di questa regione, la zona con minore illegalità ambientale diffusa, ma con maggiore presenza di soggetti che praticano una criminalità sistematica legata al traffico di rifiuti.

Tra le provincie lombarde dove è più diffusa l'illegalità, sono state segnalate Brescia, Pavia e Cremona.

2_2Come i magistrati e le forze dell'ordine segnalano da diversi anni, la Lombardia è diventata una delle regioni italiane maggiormente coinvolte nei grandi traffici di rifiuti. Da quando nel 2001 è stato introdotto nell'ordinamento il delitto che punisce le "attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti" si sono svolte in questa regione quasi l'11% sul totale delle inchieste italiane. Scorie industriali ma anche appalti per la gestione dei rifiuti solidi urbani, sono a rischio criminalità ambientale, anche di tipo mafioso.

A favorire questo sistema, è anche la presenza dei colletti bianchi, addetti ai controlli che chiudono un occhio o avvisano per tempo i controllati; funzionari pubblici infedeli; politici collusi, che favoriscono illecitamente le imprese "amiche", e soprattutto imprenditori senza scrupoli che agiscono direttamente a danno dell'ambiente.

Sono state tante le operazioni degli investigatori che in questi anni hanno cercato di limitare questo fenomeno. Tra queste ricordiamo, l'operazione "Matassa", del 14 settembre scorso. Qui si scoprì la presenza di una rete particolarmente ramificata tra la Sicilia e la provincia di Lodi, impegnata nel pilotaggio di numerosi appalti per l'assegnazione della raccolta e lo smaltimento di rifiuti in alcuni comuni della Lombardia. In quell'occasione furono emesse nove le ordinanze nei confronti di alcuni soggetti appartenenti una associazione per delinquere finalizzata all'aggiudicazione e acquisizione di appalti pubblici aventi per oggetto la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Ma questo è solo uno dei tanti casi di illegalità che interessa la regione Lombardia. L'ultima scoperta, per esempio, risale al mese scorso, quando si è venuti a conoscenza che al confine tra Milano e Corsico, si trovava un deposito abusivo gestito da un'azienda edile con sede a Milano.

La situazione è piuttosto allarmante. Enrico Fontana ha aggiunto che "la preoccupazione forte è il rischio di inserimento delle imprese della criminalità organizzata nel ciclo degli appalti. Per questo serve un patto forte con le istituzioni e anche con le imprese, perché gli eco-furbi vengano allontanati dalle associazioni di categoria".

Anche Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia, ha accolto questo appello. Ha annunciato "tolleranza zero" per chiunque compia atti dannosi per l'ambiente, con l'obiettivo di tutelare questa regione dal cadere nel baratro dell'illegalità.

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