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Cronaca

Terrorismo, Milano è la città italiana con più espulsioni: allontanati 22 estremisti islamici

In meno di tre anni ventidue espulsi da Milano. L'ultimo allontanamento giovedì da Bollate

Ahmed Hassam Rakha è l'ultimo nome di una lista lunga, che nell'ultimo anno è cresciuta ulteriormente. Trentuno anni, egiziano, recluso nel carcere di San Vittore a giugno 2015, giovedì Rahka è stato espulso dall'Italia con un volo da Malpensa perché considerato un "detenuto a rischio di proselitismo e radicalizzazione violenta". Parole, rischi, che Milano conosce bene, perché - come racconta Gianni Santucci sul Corriere della Sera - quella della Madonnina è la città che più spesso ha a che fare con le espulsioni per "motivi di sicurezza" e per "pericolosità sociale". 

Scrive Santucci: 

Il primo canale - per tenere a bada la minaccia terroristica islamica in Italia - è quello dei rimpatri "decretati" direttamente dal ministero degli Interni "per motivi di sicurezza dello Stato": in quest’ambito, in tutta Italia, le espulsioni di "fiancheggiatori" o sostenitori del terrorismo sono state 66 nel 2015, 66 nel 2016 e 92 nel 2017. In totale, 224 in meno di tre anni: quasi un quarto degli espulsi - 48 - vivevano in Lombardia e la maggioranza - 22 - a Milano, prima città in Italia per islamisti allontanati.

L'altro canale di prevenzione è invece affidato direttamente alla Questura, che può decidere di allontanare un cittadino straniero dall'Italia per mancanza di documenti o per un suo riconosciuto profilo di "pericolosità sociale", che non per forza - ma a volta è così - ha a che fare con il terrorismo e l'estremismo religioso. Spiega ancora il Corriere

L’Ufficio immigrazione della Questura di Milano ha in assoluto la più alta efficienza nella gestione di queste pratiche: 296 rimpatri nel 2015, saliti a 762 nel 2016 e arrivati a 823 a settembre 2017, che è l'ultimo dato ufficiale, ma a oggi dovrebbero essere più di mille. Numeri superiori al totale delle espulsioni fatte in tutto il resto d’Italia. Solo in una porzione ridotta di questi casi la "pericolosità sociale" ha a che fare col terrorismo, ma almeno una dozzina tra i quasi mille espulsi del 2017 rientra nel rischio radicalizzazione. E tra questi c’era Hassam Rakha, in Italia da dieci anni.

In carcere, dove si trovava per scontare una condanna definitiva a tre anni e quattro mesi per droga, Rahka si sarebbe infatti avvicinato alla jihad e al fondamentalismo islamico. Il suo nome è comparso in un documento che il carcere di Bollate - dove nel frattempo era stato trasferito - ha trasmesso alla Questura su un soggetto entrato in un'area di radicalismo religioso. Quel soggetto era proprio il trentunenne egiziano, che - su decisione della Questura - giovedì è stato riaccompagnato in Egitto. 

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