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Cronaca

“Le donne sono impure e vanno violentate”: espulso il tunisino che esultava per le stragi

L'uomo era in carcere a Brescia. A Milano gli era stato rifiutato il permesso di soggiorno

Un tunisino di trentanove anni, irregolare in Italia e in cella presso il carcere di Brescia, è stato espulso martedì dall’Italia per “motivi di pericolosità sociale”. 

L’uomo, che si era già visto rifiutare un permesso di soggiorno dal questore di Milano, era finito sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine come un detenuto a rischio di radicalizzazione religiosa. 

Il trentanovenne, stando a quanto accertato dal ministero dell’interno, era solito incitare - sia nel corso della preghiera che durante le normali attività all’interno del carcere - all’odio razziale e alla violenza contro le donne, definite impure. Lui stesso, in occasione degli attentati di Parigi del novembre 2015, aveva festeggiato e manifestato approvazione per il comportamento degli stragisti. 

Per lui, quindi, sono scattate l’espulsione e il rimpatrio. 

La stessa sorte, sabato, è toccata a un suo connazionale di trentacinque anni, pluripregiudicato e senza fissa dimora. Nell’autunno del 2016 era stato segnalato dai servizi di intelligence perché si era avvicinato da pochi mesi alla religione islamica, manifestando segnali di radicalizzazione.

Animato da profondi sentimenti di odio nei confronti dell’Occidente - spiega il Viminale -, il tunisino aveva anche coltivato l’aspirazione di raggiungere la Siria per unirsi alle milizie dello Stato Islamico.

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