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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Milano, l'imprenditore del lusso nel mirino dei criminali: "Paga 250mila euro o i tuoi figli..."

In manette i due estorsori, due criminali dello stesso paese della vittima. I dettagli

Per minacciarlo non si erano dovuti neanche spostare da casa. Speravano, ne erano praticamente certi, che la presenza in città di alcuni parenti della vittima prescelta sarebbe stata una "spinta" sufficiente. E invece, contro ogni loro pronostico, quella stessa vittima ha trovato immediatamente la forza di denunciare, facendoli finire in manette. 

Due uomini sono stati arrestati martedì mattina dalla Squadra Mobile di Milano, in collaborazione con i colleghi di Bari, con l'accusa di tentata estorsione nei confronti di un imprenditore 40enne che sotto la Madonnina si occupa di servizi di lusso a noleggio. In cella sono finiti Sabino S., un 39enne con precedenti per furto, e Sabino C., di un anno più piccolo con estorsione, tentato omicidio e spaccio nel suo curriculum criminale. 

Le telefonate notturne 

L'attenzione degli investigatori sui due si è accesa il 31 maggio, quando l'imprenditore ha denunciato alla polizia di aver ricevuto una telefonata con minacce di morte rivolte ai figli per convincerlo a pagare 250mila euro. Quelle chiamate si sono ripetute quotidianamente e praticamente identiche per oltre un mese: quasi sempre di notte e quasi sempre con "attenzioni" destinate alla famiglia della vittima. Il lavoro della Mobile, coordinata dal dirigente Lorenzo Bucossi, è partito dall'identificazione del telefonista. 

L'indagine ha portato i poliziotti a Canosa di Puglia, lo stesso paese di origine dell'imprenditore, che ha numerosi familiari in paese. Sono così iniziati i servizi di appostamento e l'attenzione degli inquirenti è caduta su due uomini che di notte si incontravano, effettuavano una telefonata e poi sparivano. 

Da lì, gli agenti sono riusciti a intercettare le conversazioni e a individuare i due sospettati, entrambi - la riflessione degli investigatori - "abituati a gestire queste cose".

L'ultima conferma è arrivata dalla Scientifica di Roma, che con l'analisi fonetica ha confermato l'identità dell'uomo che effettuava le telefonate con quel cellulare che veniva acceso soltanto di notte e soltanto per il tempo strettamente necessario alla chiamata.  

La pistola e il telefono in garage

Martedì mattina è scattato il blitz, con i due estorsori che sono stati fermati e arrestati. In un loro garage i poliziotti hanno trovato il cellulare, una pistola clandestina calibro 9x21 con tredici colpi e un foglietto con il numero dell'imprenditore. Quell'imprenditore diventato vittima e che ha trovato il coraggio di denunciare tutto a meno di dodici ore dalla prima telefonata. 

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