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Expo 2015 Porta Ticinese / Ripa di Porta Ticinese

Il 'barcùn' in Duomo per Expo: "Non abbandoniamo la nostra storia"

La proposta di NavigliLive: "Salviamo uno degli ultimi barcùn e riportiamolo in Darsena". E per Expo una chiatta apparirà in piazza del Duomo

Con il cuore nel passato e la mente nel futuro. Un gesto per non cancellare la memoria e ridare il giusto valore alla storia di una città. Un'iniziativa dall'affascinante valore simbolico per salvare dal degrado e dall'abbandono uno dei simboli della Milano che fu. C'è tutto questo nei desideri dell'associazione "NavigliLive", che ha ideato e presentato un progetto per permettere a una delle ultime chiatte milanese - il "barcùn" - di tornare nel posto che le spetta: la Darsena. 

Un progetto, molto più di un'idea, che l'associazione ha già presentato agli enti interessati per evitare - spiega a MilanoToday Matteo Garzonio di NavigliLive - che "un importante pezzo di storia vada definitivamente abbandonato". Il tutto, evidentemente, sfruttando la grande opportunità che Expo offre alla città e alle sue bellezze. 

Qual è il senso del vostro progetto? Cosa chiedete?

"E' un progetto di recupero storico. Queste barche hanno caratterizzavo fino al 1970 la Darsena, che era un porto commerciale. Lungo il Naviglio ce n'erano almeno cento, che sono state tutte rottamate da quando la navigazione commerciale è stata abbandonata. Abbiamo scoperto, però, che a Castelletto di Cuggiono ci sono le ultime due "sopravvissute" e riportarle in Darsena, che sta per essere restituita alla città in occasione di Expo, sarebbe un gesto simbolico: una sorta di rievocazione del porto com'era stato negli anni passati. Certo, adesso il porto sarà soltanto turistico per ovvie ragioni, ma non si può cancellare la storia. E il "barcùn" in Darsena potrebbe ospitare  spettacoli e funzioni espositive culturali, ma sempre pensato specificatamente quale laboratorio didattico dedicato ai Navigli tra passato e futuro". 

Il vostro progetto inevitabilmente ha dei costi abbastanza alti. E le istituzioni al momento sembrano fredde. 

"Queste chiatte sono state abbandonate per anni e per forza di cose vanno ristrutturate. La parte superficiale è in ottime condizioni, ma la chiglia non è adatta per la navigazione. Al momento dalle istituzioni abbiamo trovato un consenso del tipo "che bella idea", ma niente di più". 

Qual è il problema?

"Con il Comune purtroppo c'è un rapporto difficile. Quando a Milano c'era una Darsena, c'era un'autorità portuale che era preposta a decidere per tutto ciò che riguardava la navigazione. Nel 2003, la Darsena è stata ceduta dalla Regione al Comune ed ora è gestita dal demanio comunale. Il demanio, però, ci rimanda alla società Navigli Lombardi, che ci rimanda al Comune. E' una situazione che magari si è creata senza volontà anche a causa dell'abbandono di questi anni, ma è una situazione che c'è. C'è troppa incertezza amministrativa sulla questione". 

Questo per Milano è l'anno di Expo, avete qualche iniziativa particolare in mente?

"D'accordo con la "Veneranda fabbrica del Duomo" avevamo in mente di riportare la chiatta in piazza del Duomo, lato Rinascente. Loro addirittura avrebbero voluto trasportare il "barcùn" originale ma poi le difficoltà logistiche hanno impedito che questo si realizzasse. Da fine aprile, però, in piazza ci sarà una replica di una ventina di metri della chiatta. Sopra ci sarà una biglietteria e una mostra sulla storia del Duomo e dei Navigli, perché se il Duomo è stato costruito è anche grazie ai Navigli".

Darsena, evidentemente, significa anche Navigli. Siete d'accordo con l'idea di riaprirli? 

"Siamo d'accordo con l'idea dell'associazione "Riaprire i Navigli", che tra l'altro appoggia il nostro progetto per la Darsena. Loro hanno ripreso in mano un referendum del 2011, che aveva decretato come i milanesi volessero a grande maggioranza la riapertura dei Navigli, e hanno iniziato il percorso con uno stadio di fattibilità. Naturalmente sarebbe un lavoro che andrebbe fatto per gradi, perché sarebbe una vera e propria rivoluzione. Ma è un progetto che affascina e che darebbe grandi vantaggi alla città sia in termini di vivibilità che di attrattività". 

Quali dovrebbero essere, secondo voi, il ruolo e l'utilizzo ideale dei Navigli e della Darsena?

"La Darsena storicamente, prima ancora che un porto commerciale, è sempre stato un bacino di attività sportiva e ricreativa. Lì avevano la loro sede la canottieri Olona e la canottieri Milano e c'erano i marinai d'Italia. L'ideale sarebbe ritornare a quell'utilizzo senza però dimenticare la navigazione turistica, magari ipotizzando una navigazione a medio e lungo raggio che potrebbe arrivare alla punta estrema del Ticino. Infine, sempre per salvaguardare la storia, si potrebbe ipotizzare una navigazione commerciale - naturalmente non pesante. Magari un market itinerante con i barconi che partono da Parco Sud con la collaborazione e i prodotti degli agricoltori del posto. Che poi, a guardare bene, è la stessa idea di agricoltura che propone Expo". 

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