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Expo 2015

I conti di Expo tornano? Bisogna vedere come va lo smontaggio dei padiglioni

Il dubbio sulle attività di dismissione: se verranno considerate un "anticipo" ad Arexpo (proprietaria delle aree), allora Expo 2015 confermerà un patrimonio netto positivo. L'analisi

I conti di Expo sono in salute o no? La politica milanese (forse più del milanese comune) dibatte intensamente di questo argomento, almeno da quando Beppe Sala, ex commissario dell'esposizione universale, è diventato candidato a sindaco di Milano per il centrosinistra. Aveva iniziato Corrado Passera, "rivale" di Sala con una sua lista civica, con le famose sette domande su Expo. Domande a cui Sala non ha mai risposto, ribadendo che i conti - dal suo punto di vista - sono in ordine e che il bilancio non verrà pubblicato prima di aprile. 

Alcuni dati sono comunque già usciti. Tra questi quello più citato dallo stesso Sala: 14,2 milioni di patrimonio netto con cui si chiude l'esercizio 2015. Che significa? Significa che, rispetto ai soldi investiti da tutti gli attori in campo (lo stato, la regione, il comune, la provincia e la camera di commercio), sono stati risparmiati 14,2 milioni di euro. Il totale dell'investimento era stato di un miliardo e 241 milioni. Un risparmio reso possibile dal "taglio" del 2011 rispetto ai costi precedentemente preventivati.

Tutti concordano che si poteva fare ancora meglio, se i biglietti d'ingresso (21 milioni e 400 mila) fossero stati venduti a prezzi più alti o quantomeno non ne fossero stati venduti così tanti a basso prezzo: dai serali a 5 euro, per passare con gli sconti. D'altra parte, un buon commerciante non può ignorare che il prezzo è dato anche dalla richiesta di mercato. Insomma, se non fossero stati previsti i serali, quanta gente sarebbe entrata di sera? Di fatto, l'incasso medio è stato di 17,4 euro per biglietto. Molto meno del prezzo pieno senza sconti (39 euro).

Gli sconti sui biglietti non sono l'unica ragione di un patrimonio netto "basso". Sono anche mancati 102,2 milioni di investimenti che i vari soggetti ritengono di non dover versare ma che la società Expo 2015 Spa aveva previsto arrivassero. 

Tutto chiarito? Non proprio. A giugno 2016 è previsto il passaggio di consegna del sito espositivo alla società Arexpo, la proprietaria dell'area. In quel momento i padiglioni dovrebbero essere tutti smantellati, a parte ovviamente ciò che si è deciso che resterà, come Palazzo Italia e l'Albero della Vita. Bene, ma chi paga per lo smantellamento dei padiglioni? Finora se ne sta occupando la stessa Expo 2015 Spa, che pure è stata posta in liquidazione a fine 2015, anche se il consiglio d'amministrazione ha approvato la continuità degli impegni pregressi: lo smontaggio, appunto. Expo 2015 Spa sostiene che il lavoro di smontaggio sia da considerarsi un "anticipo" ad Arexpo, ma il collegio sindacale la pensa diversamente e ritiene che la società di gestione dell'evento terminerà i suoi compiti con la fine dello smontaggio. 

Chi ha fatto i calcoli - come Giovanni Pons su Repubblica - stima che i soci dovranno "Iniettare" 48 milioni di euro per le attività finali. Un investimento "in extremis" che, a seconda di come verrà giudicato, porterà un segno meno al patrimonio netto oppure no (in caso venga considerato un anticipo sulle future attività di Arexpo). Gli avversari politici di Sala tenderanno intanto a rimarcare che l'ultimo bilancio (quello del 2015) si chiuderà con una perdita nel conto economico (differenza tra costi e ricavi d'esercizio). 

Tuttavia, almeno per una volta, va detta una cosa che la politica milanese sembra dimenticarsi troppo spesso, tutta presa dalla polemica elettoralistica. Il senso di Expo 2015 come "grande evento" non doveva certo essere quello di ricavarci del denaro. Ovviamente non chiudere in perdita sarebbe meglio, ma l'obiettivo di un grande evento, per un territorio, è soprattutto quello di generare energie moltiplicative per la crescita di settori dell'economia, dal turismo a tanti altri come risultato indotto. E' da questo punto di vista, se si vuol farlo onestamente, che bisogna giudicare il successo di Expo 2015.

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