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Venerdì, 19 Aprile 2024
Expo 2015

Expo 2015, arriva il bando per le "pezze": si cerca azienda di camouflage

La cosa era stata smentita più volte: ma c'è un bando da 2 milioni e 600mila euro per una ditta che posi "gli allestimenti delle quinte di camouflage". Tradotto: per i più pessimisti, la copertura di quello che non si riesce a finire. Per gli ottimisti "verranno coperti solo magazzini e stoccaggi di materiale"

Qualche settimana fa, osservando i dati di OpenExpo, era facile vedere come lo stato effettivo-tecnico del lavori finiti fosse al 9%. Meno di due mesi al 1 maggio 2015. Numero molto inquietante. Ne scrisse con un dettagliato articolo Alessandro Da Rold su Linkiesta, ne scrisse MilanoToday

In questo lasso di tempo la società dell'Esposizione universale, per voce dell'ad Giuseppe Sala, ha cercato, anche con rabbia, di versare acqua sul fuoco: "Siamo al 90%", ha detto Sala la scorsa settimana. "Sono sicuro che ce la faremo", ha ribadito Roberto Maroni, presidente regionale. 

L'arrivo del premier Matteo Renzi, poi, ha dato la scossa d'ottimismo: "Nonostante i gufi, noi saremo pronti. E l'Italia non farà una figuraccia", ha chiosato Renzi, fresco di elicottero, giacca e camicia nonostante i 10 gradi. 

La verità forse sta nel mezzo. Lo pensano gli operai che ci lavorano: facce stanche e devastate dal lavoro, sorridono con spirito aziendalista alle domande ("Sì, certo, ce la faremo") ma a taccuini riposti confidano che "è durissima", si "lavora giorno e notte senza sosta" e "se piove è un problema". Nel senso che, sì, Expo aprirà per tempo, tra fanfare e spettacoli di luci, davanti agli occhi del mondo. Ma quel forse significa che il progetto originale 'venduto' dall'ex sindaco Letizia Moratti è stato deturpato, rivisto, ammaestrato, ridotto, rimpicciolito.

C'è un bando non pubblicizzato da nessuno. Expo 2015 ha bisogno della "posa in opera, degli “External exhibition elements”, degli allestimenti delle quinte di camouflage, nonché dell’installazione dell’arredo urbano del Sito Espositivo". Per qualcuno è una gara "necessaria": "Bisogna coprire magazzini e stoccaggi, cose che non vogliamo far vedere al pubblico, era previsto", dice a MilanoToday un operaio che vuole rimanere anonimo. Ma secondo altri la traduzione è semplice: bisogna mettere un po' di pezze.

Bisogna coprire cosa non si riesce a finire. La cosa era stata smentita più volte, ma c'è l'ufficialità (qui). Gara consistente, da quasi 3 milioni di euro. Scade il 26 marzo. 

Di sicuro, Renzi-Maroni-Sala saranno ottimisti sul fatto che si riuscirà a trovare l'azienda giusta in tempo. 

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