L'assessore al Commercio e Turismo Franco D'Alfonso è chiaro: "E' assurdo buttare via tutti quei soldi". Ora un "piano vegetativo" (come scrive Repubblica), poi la scelta: smantellare in toto, oppure affidare a una società esterna la gestione - con poche, anzi, pochissime risorse - degli aggiornamenti.

Di chi si sta catando il De Profundis? Dell'elegante, anche se forse poco funzionale, portale Turismo.Milano.it. Un sito nato sulla scia della vetrina web che avrebbe dovuto fare conoscere le meraviglie turistiche italiane (rivelatasi poi un flop clamoroso) voluta dal Governo, del quale anche Letizia Moratti, ex sindaco, aveva voluto dotarsi per la bella Milano. Tutto questo accadeva nel 2008. Costo (in tre anni): quasi 5 milioni di euro. Risultati (in termini di traffico): circa 4mila utenti unici al giorno. Per chi mastica di internet, un fallimento colossale.

Per intenderci. Ci sono siti che hanno costi di gestione di venti, trenta volte inferiore e rendono, come traffico di utenti, almeno il triplo. Ecco il perchè il portale ha il sapore della "gatta da pelare" per la nuova amministrazione a Palazzo Marino. Soprattutto per come è stato accolto: secondo i dati citati da Repubblica, su un milione di visite nel corso del triennio, circa 800mila persone hanno deciso non tornare più. Altre 300mila, invece, non sono andate oltre l'home page.

Il sito, a un primo sguardo, è elegante, soffuso, ammiccante. E' "orizzontale": si cerca di inserire tutto l'inseribile in poco spazio, senza far scendere l'utente nelle pagine. Ma ha un problema: sa di stantìo. Non dà un'impressione aggiornata, fresca, viva. Forse è lo sfondo scuro con le scritte bianche, forse sono i video (pochi aggiornati) che rallentano l'intera "macchina". In sostanza: il responso degli internauti è stato "No". Ora, si aspetta di sapere se vi sarà il funerale oppure un economicissimo restyling.