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Cronaca

L'arresto della famiglia Ligresti: re della finanza a Milano

L'intera famiglia Ligresti è stata arrestata. Ai domiciliari a Milano Salvatore Ligresti. In manette anche le figlie. Sono tutti accusati di falso in bilancio, false comunicazioni sociali, manipolazione del mercato

L'intera famiglia Ligresti è stata arrestata. Ai domiciliari a Milano Salvatore Ligresti, patron di società assicuratrici tra le più note in Italia; in carcere le figlie Jonella (arrestata in una villa in Costa Rey, in Sardegna, e portata a Cagliari), e Giulia (arrestata a Milano); ricercato il figlio Paolo, che vive in Svizzera. Sono tutti accusati di falso in bilancio, false comunicazioni sociali, manipolazione del mercato. 

A fare scattare gli arresti sono stati il pericolo di inquinamento delle prove e quello di fuga. In particolare, secondo il gip Paolo, Jonella e Giulia Ligresti avevano prelevato di recente circa 14 milioni da tre società lussemburghesi che fanno capo alla famiglia. "Ciascuno di loro - scrive il gip - ha un patrimonio in grado di fornire i mezzi necessari per lasciare il territorio nazionale e spostare il centro delle proprie attività in altri Paesi". Inoltre, come risulta nell'ordinanza del gip, i figli Ligresti, e in particolare Jonella, erano abituati ad avere a disposizione aerei privati e elicotteri. L'ordinanza riporta una intercettazione tra due manager della Fonsai nella quale uno dice all'altro: la presidente Jonella "va avanti e indietro come una trottola" utilizzando gli aerei Falcon. "Costano
6.000 euro l'ora...".

Riserva sinistri. Si chiama così il salvadanaio di Fonsai che ha permesso, secondo l'accusa, alla famiglia Ligresti di intascare illecitamente in pochi anni 253 milioni. E' bastato 'taroccare' questa voce del bilancio, relativa alle somme necessarie per far fronte alle richieste di indennizzo, per trasformare una compagnia assicuratrice afflitta da "pesanti perdite" in una specie di pozzo senza fondo da cui attingere utili e dividendi per i suoi proprietari.

False comunicazioni sociali e manipolazione del mercato sono i reati che hanno portato il gip Silvia Salvadori, del tribunale di Torino, a firmare su richiesta dei pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio un ordine di custodia cautelare per Salvatore Ligresti e altre sei persone. Con l'aggravante di avere gravemente danneggiato non meno di 11.910 risparmiatori.

Gli indagati guadagnavano e la compagnia perdeva. Il giudice elenca i compensi elargiti al management (somme comprese fra i 10 e i 3 milioni in tre anni) e i benefit riservati ai Ligresti, dalle auto di lusso agli appartamenti di prestigio a Roma e Milano, senza risparmiare un malizioso cenno ai commenti della stessa Jonella Ligresti sui suoi "emolumenti eccessivi". 

"L'ho fatto - dice uno degli arrestati, l'ex a.d. di Fonsai, Fausto Marchionni, in una conversazione intercettata - perché sennò dovevo fare un aumento di capitale ancora più grande? Benissimo. E perché in tutti gli anni hai 'sottoriservato'? Per dare i dividendi". E il suo interlocutore aggiunge: "E dove finivano 'sti dividendi? Eh, dici a Premafin (la holding dei Ligresti - ndr), capirai, chi c'era prima di me li vedeva passare anche lui".

Giulia Maria, al pm, ha solo parlato del "complotto" (sul quale ha confezionato un dossier ora sotto sequestro) che a suo dire è stato ordito da Unicredit e Mediobanca per permettere a Unipol di prendersi Fonsai. Il padre, Salvatore, era presidente onorario e non aveva incarichi esecutivi, ma "non caschiamo dal pero - sbotta un dirigente - quando venivano passavano prima da lui e poi venivano da me dicendo che lui aveva detto di sì".

Sta indagando anche la procura di Milano. E due degli indagati, conversando al bar Norman di Torino, si lasciano sfuggire: "speriamo che non salti fuori tutta la storia della parte immobiliare e della corruzione, altrimenti viene fuori un casino".

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