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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Rubavano le ricette dai medici di famiglia, poi vendevano i farmaci all'estero: arrestati in 12

Operazione dei Nas di Milano. In un solo anno "buco" di oltre 500mila euro per lo Stato

A Milano e in tutta la Lombardia trovavano le ricette e poi i farmaci. In Campania, invece, stringevano accordi con le aziende del settore della distribuzione per spedire all'estero la merce. Il tutto per un giro d'affari di migliaia e migliaia di euro, naturalmente oscuro al servizio sanitario nazionale. 

Era organizzata e ben struttura la banda sgominata lunedì mattina dai carabinieri del Nas di Milano, che hanno dato esecuzione a quattordici ordinanze di custodia cautelare in carcere. Otto persone sono finite in cella, quattro ai domiciliari e due sono state sottoposte all'obbligo di firma con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e ricettazione di farmaci successivamente inviati all'estero.

Stando a quanto accertato dai militari, che hanno iniziato le indagini nel 2015, i truffatori sarebbero riusciti a rubare "ricette rosse" da ospedali e medici di famiglia e poi avrebbero usato quelle stesse prescrizioni - compilate con nomi di cittadini esenti, ma ignari - per comprare i medicinali nelle farmacie lombarde.

A quel punto, i farmaci arrivavano in Campania e venivano spediti verso i paesi extraeuropei, senza nessuna preoccupazione per il loro stato di conservazione, con un inevitabile grave pericolo per la salute dei cittadini. 

L'inchiesta dei Nas - che ha toccato le province di Milano, Lodi, Napoli e Caserta - ha permesso di arrestare in flagranza di reato cinque persone, trovate con farmaci ricettati, e di denunciarne altre 48, considerate colluse con la banda. Gli stessi militari sono anche riusciti a mettere le mani su migliaia di ricette mediche che erano già state contabilizzate da regione Lombardia per il rimborso.

Soltanto nel 2016, hanno accertato i carabinieri, la banda avrebbe creato un "buco" al servizio sanitario nazionale di oltre mezzo milione di euro. 

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