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Feste di via, Bescapé (FdS): "Più regole e coinvolgere di più il territorio"

Dopo la denuncia di Dalla Chiesa sul "quasi monopolio" nel 2013. "Devono essere soprattutto un'occasione per riqualificare le periferie: meglio organizzarle dal basso"

E' scoppiato il caso delle feste di via a Milano: da una parte il rischio di infiltrazioni della 'ndrangheta (verificato in almeno un caso, nel 2013). Dall'altra, sempre nel 2013, un sostanziale "monopolio" tra due famiglie, che si sono aggiudicate 44 feste su 46. Tutto scritto nero su bianco nella relazione del comitato anti-mafia presieduto da Nando Dalla Chiesa.

Nel 2014, almeno per quanto riguarda la distribuzione, le cose sono andate leggermente meglio. Lo conferma anche Alessandro Bescapè, capogruppo della Federazione della Sinistra in zona 8, a MilanoToday, rimarcando che, in zona 8, si è riusciti a fare due cose: anzitutto l'approvazione di 8 feste di cui solo 4 alle due famiglie "quasi monopoliste" nel 2013; e poi una serie di paletti come il rispetto rigoroso delle tempistiche, con controlli adeguati di polizia locale e annonaria sulla raccolta differenziata e su altri elementi.

"Per primi abbiamo lavorato sugli aspetti che, come rilevato anche dalla relazione di Dalla Chiesa, spesso non vengono rispettati: documentazioni fornite con molto ritardo, ad esempio", spiega Bescapè. "Finora si rendeva necessario concedere proroghe per poter ottenere quei documenti".

Nella delibera di zona (votata a gennaio 2014) è stata ad esempio inserita la richiesta di presentare (prima della festa) un preventivo di Amsa sulla raccolta differenziata. E anche - entro un mese dalla festa - di presentare "un idoneo contributo delle spese sostenute e degli eventuali contributi ricevuti da terzi".

"Siamo partiti dal presupposto che le feste di via non sono indispensabili", afferma ancora Bescapè, "e che il loro primo scopo è quello di aumentare la coesione sociale nei quartieri, fornendo un'occasione culturale e di riqualificazione delle periferie attraverso attività commerciali, dando un valore aggiunto per il territorio".

"Se questo valore aggiunto viene a mancare", continua, "se le feste di via presentano carattere prevalentemente commerciale, addirittura con gestione di fatto quasi monopolistica, noi chiediamo che vengano ripensate e i paletti che abbiamo inserito quest'anno sono il primo passo. Così com'erano, per noi hanno poco senso".

In alternativa, la proposta della Fds è quella di valutare festa per festa se è il caso di continuare ad organizzarla, contattando direttamente i negozianti e/o coinvolgendo associazioni già effettivamente presenti nel territorio, come i comitati di via o di quartiere.

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