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Cronaca

Addio al Radiobus notturno: troppi costi e (pochissimi) clienti

Finisce l'era di quello che doveva essere "il futuro del trasporto pubblico" di Atm. Ecco come i mezzi saranno riutilizzati

Addio al Radiobus, il servizio Atm "a chiamata" introdotto nel 2000. Il funerale ufficiale, come annuncia Repubblica, sarà fatto a marzo, ma nel frattempo la modalità di trasporto è in una lenta e inesorabile agonia. 

Pochi i mezzi attualmente circolanti (e quasi mai disponibili nella modalità del finesettimana "Bus by night"). Pochissime le chiamate. Scarsissimo l'utilizzo. E' la fine di un sogno che, nel Duemila, venne considerato "il futuro del trasporto pubblico". Che evidentemente, però, ha scelto un altro destino. 

"Il bus notturno a chiamata attivo in tutta la città aveva un costo insostenibile — spiega a largo Fochetti Pierfrancesco Maran, assessore comunale alla Mobilità — abbiamo istituito quindici linee di trasporto pubblico nelle notti del weekend con una spesa minore e risultati molto migliori".

Il passivo del servizio, per Atm, negli ultimi anni, era vicino ai 4 milioni di euro. Pochissimi i passeggeri notturni: circa 700, a fronte di 11mila fruitori delle linee notturne attive nei finesettimana. Numeri bastevoli per dire stop.  

Dei 50 bus acquistati da Palazzo Marino ne sono ancora in servizio 42, ma fanno altro rispetto a quello per cui erano stati pensati. Durante il giorno vengono impiegati per il trasporto di persone disabili. La sera, invece, 38 bus sono usati come 'Radiobus di quartiere': dalle 22 alle 2 fanno il giro dei capolinea dei principali mezzi pubblici, accompagnando a casa chi abita in zona, al prezzo di un normale biglietto.

Secondo una stima di Atm, con la trasformazione del servizio Radiobus nella nuova formula limitata ai quartieri si è passati da 1,7 a 6,8 passeggeri trasportati all’ora da ogni mezzo.

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