Finti carabinieri rapinano anziani in casa e svaligiano villette: sgominata banda di sinti
L'attività d'indagine ha consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno ottantadue episodi
Si fingevano carabinieri e rapinavano le persone. E' stata sgominata una banda colpevole di aver commesso ottantadue 'colpi' tra furti, rapine e truffe contro anziani. Il loro raggio d'azione era molto ampio e agivano in 'mezza Lombardia': Pavia, Lodi, Bergamo, Cremona, Brescia, Piacenza e Milano.
A seguito di un’articolata e prolungata attività investigativa, diretta dal sostituto procuratore della Repubblica, Paolo Pietro Mazza, e coordinata dal procuratore capo del Tribunale di Pavia, Mario Venditti, i carabinieri di Pavia hanno dato esecuzione all’ordinanza d'arresto.
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In manette sono finiti Alessandro Derossi, cinquantaquattrenne, Arturo Cena, trentaduenne, Giastin Stendardo, trentunenne, Gianpaolo Nuara, trentasettenne, Bruno Caragrande, trentacinquenne, Albert Margjoni, ventisettenne, e Vito Lafleur, trentunenne con l’obbligo di dimora. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate, furti aggravati, ricettazione ed utilizzo di segni distintivi contraffatti.
L’operazione convenzionalmente denominata “Fake Police” - avviata nel mese di gennaio 2015 e supportata da attività tecniche - ha permesso di documentare l’esistenza di un’associazione criminale di soggetti di nazionalità italiana di etnia sinti ed albanese dedita alla commissione sul territorio nazionale di furti e rapine in ville, soprattutto ai danni di persone anziane facilmente soggiogabili.
I componenti del gruppo criminale, qualificandosi come “carabinieri”, esibendo falsi distintivi e tesserini, guadagnavano la fiducia delle vittime e, distraendole, simulando l’intervento sul posto a seguito di un furto finalizzato alla ricerca dei ladri - in alcune occasioni, fingevano perfino l’arresto del “ladro”, grazie all’ausilio di un complice - si impossessavano di preziosi e danaro contante fuggendo a bordo di autovetture di grossa cilindrata (Subaru Impreza SW e Audi S6 Avant) munite di targhe contraffatte, con lampeggianti e sirene normalmente in uso alle forze dell’ordine.
I malviventi facevano anche furti in abitazione in assenza dei proprietari, dopo aver fatto accurati sopralluoghi, grazie all’ausilio di strumenti da scasso, quali mazze in ferro, grosse cesoie e flessibili di diverse dimensioni. Se scoperti, non avevano remore a minacciare le vittime, anche utilizzando spray urticante, immobilizzandole per poi svaligiare le abitazioni, solitamente isolate. L’attività d’indagine ha consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno ottantadue episodi.
In una giornata, i malviventi riuscivano a mettere a segno più colpi arrivando a guadagnare anche cinquantamila euro.
Sono tuttora in corso accertamenti tesi a definire l’eventuale responsabilità dei soggetti anche con riferimento a numerosi analoghi altri episodi verificatisi principalmente in Lombardia ed Emilia Romagna.