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Cronaca

Dress code imposto alle studentesse di diritto: chiesta archiviazione per l'ex giudice Bellomo

I pm di Milano non ravvisano reati. La decisione del gip a settembre

Non configura un reato il "codice di comportamento" che l'ex consigliere di Stato Francesco Bellomo imponeva alle corsiste delle sue lezioni per prepararsi all'esame di magistratura. Questa almeno l'opinione della procura di Milano, che ha chiesto l'archiviazione del procedimento meneghino per stalking e violenza privata nei riguardi di quattro ragazze che stavano frequentando il suo corso a Milano. Bellomo nel frattempo è agli arresti domiciliari a Bari per un altro procedimento.

A decidere se procedere con l'archiviazione, come chiesto dai pm Cristian Barilli e Antonia Pavan, sarà il gip Guido Salvini il 16 settembre. Il codice di comportamento aveva fatto piuttosto scalpore per la sua bizzarria. A gennaio del 2018 Bellomo è stato destituito (quasi all'unanimità) dal Consiglio di Stato per avere leso il prestigio della magistratura.

Tra gli elementi più bizzarri del codice di comportamento che Bellomo faceva firmare alle studentesse, il dress code con minigonna e tacchi a spillo oppure l'obbligo a non frequentare uomini con basso quoziente intellettivo. Secondo alcune testimonianze, vigeva anche l'obbligo di non sposarsi durante il corso e una studentessa raccontò di essersi dovuta inginocchiare a chiedere perdono al giudice per avere violato un punto del codice.

I pm milanesi riconoscono, nella loro richiesta di archiviazione, che gli atteggiamenti messi in atto da Bellomo nella sua scuola non erano usuali nell'ambito di una normale "collaborazione accademica" e tuttavia non ravisano estremi né per la violenza privata né per lo stalking. Ora si vedrà quale sarà la decisione del gip. 

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