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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Duomo / Piazza del Duomo

Funerali di Dario Fo, il figlio Jacopo: "Noi comunisti e atei: non è credibile che uno muoia davvero"

In centinaia al corteo partito dal Teatro Strehler e poi in piazza Duomo, nonostante la pioggia. Alla cerimonia civile gli interventi dell'amico Carlo Petrini e del figlio Jacopo Fo

È partito alle 11 dal Teatro Strehler il corteo che ha accompagnato la salma di Dario Fo fino in piazza Duomo, dove un'ora dopo è iniziata la cerimonia laica per dirgli addio.

Aspettando che il feretro uscisse dalla camera ardente c'è chi ha manifestato solidarietà al figlio Jacopo Fo, presente insieme alla famiglia, che pochi giorni fa aveva denunciato l'ipocrisia di chi ha elogiato il padre appena scomparso dopo averlo duramente ostacolato in vita. 

L'estremo saluto a Dario Fo (foto Dragotto/MilanoToday)

Un cerchio di ombrelli colorati si è stretto poi intorno alla bara mentre la banda suonava Bella Ciao e la folla urlava "Dario". Un corteo allegro per salutare il giullare da Nobel: i bambini battevano le mani, alcune signore cantavano e i più temerari accennavano una danza sotto alla pioggia.

In piazza Duomo tanti i personaggi famosi che hanno preso parte all'ultimo saluto: il gastronomo e sociologo Carlo Petrini, il leader dei 5 Stelle Beppe Grillo, il giornalista Gad Lerner, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, l'Assessore alla Cultura Filippo del Corno, il Sindaco di Roma Virginia Raggi, lo scrittore Roberto Saviano, l'ex prima ballerina de La Scala Carla Fracci, il giornalista Franco Bechis e il figlio del defunto guru dei grillini Davide Casaleggio.

A prendere la parola per primo per dire addio al caro amico Carlo Petrini, che lo ha ricordato come "compagno di tante battaglie". Petrini ha tenuto a sottolineare come il tentativo di separare la politica dalla vita artistica sia impossibile oltre che ingiusto. "Lo stesso Nobel gli è stato assegnato per aver dileggiato il potere restituendo dignità agli oppressi", ha detto al microfono, mentre Jacopo Fo si stringeva alla moglie Eleonora Albanese. Il sociologo ha poi ricordato l'enorme capacità di Fo di comunicare con gli umili: "Il grammelot è un linguaggio universale, in questo consiste la sua forza dirompente. La forza di denuciare l'ingiustizia per le misere condizioni di vita di milioni di persone costrette alla fame e alla malnutrizione per un'economia dalle logiche perverse. Contro tutto ciò Dario ha sempre lottato a testa alta".

Il secondo a ricordare il Maestro è stato Jacopo Fo: "Tutte le storie di mio padre e mia madre hanno una cosa in comune pensandoci, hanno per protagonista gente senza speranza che riesce comunque a cambiare le cose. E il primo passo per farlo è proprio raccontarle queste storie, esattamente come hanno fatto i miei genitori". Il figlio di Fo ha poi aggiunto: "Mio padre poteva sembrare uno distratto, ma quando qualcuno voleva parlargli poteva stare a sentirlo per ore. Per questo la gente lo ha sempre amato". Jacopo si è poi commosso in un pianto contagioso nel parlare dell'amore di Fo per la madre e ha concluso "noi siamo comunisti e atei, ma anche animisti. Mio padre ha continuato a parlare con sua moglie anche dopo che lei ci ha lasciato. Perchè alla fine non è credibile che uno muoia davvero".

Gli interventi dei politici sono stati evitati perché, come ha dichiarato l'Assessore Filippo del Corno, "così è la città a dirgli addio al di là delle strumentalizzazioni". 

La salma dell'artista, come annunciato dal presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, in accordo con il Sindaco Giuseppe Sala e i consiglieri comunali, sarà sepolta presso la Cripta del Famedio, al Cimitero Monumentale, vicino al luogo dove riposa Franca Rame.

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