Rapinatrici seriali incinte e con minori: il tribunale, "ora basta: condanna a tre anni"

Professione: borseggiatrici. Quattro ragazze - incinte o madri di figli piccoli - dovranno ora scontare tre anni di carcere, secondo una sentenza che viene definita "storica" tra gli addetti ai lavori, perché loro stesse - e tante altre persone - di solito in questi casi "la fanno franca", proprio in virtù dell'avere minori da accudire o di essere in gravidanza. 

L'episodio è avvenuto in via Napo Torriani (zona stazione centrale) il 23 luglio a mezzogiorno, dalle parti dell'hotel Berna. Una turista dell'estremo oriente subisce una rapina: in quattro la circondano e in un attimo le portano via il portafogli dalla borsa. Le ragazze vengono però bloccate poco dopo dalla polizia locale. Sono tutte note alle forze dell'ordine.

La più anziana, Dzanija C., ha 41 anni ed è stata arrestata sei volte per furto, sette volte per rapina e una volta per evasione. Risulta con obbligo di dimora in un campo rom di Roma. Le altre tre del gruppo sono tutte incinte. Si tratta di Ana Z., 22 anni, con tre arresti per rapina e quattordici per furto; Alisa H., 21 anni, con tredici arresti per furto e uno per resistenza a pubblico ufficiale; e infine Safeta H., 21 anni, con sette arresti per furto.

Arresti e condanne normalmente senza conseguenze quando si è in gravidanza e/o si hanno figli minori, se gli episodi sono i piccoli furti e i borseggi. Stavolta no: è andata diversamente. I giudici hanno valutato la "professionalità" dell'azione (coordinata e organizzata secondo un 'copione', grazie a cui il portafoglio è stato subito consegnato a una persona fuggita, per cui non è stato possibile restituirlo alla proprietaria), nonché la serialità con cui le imputate commettono simili furti. 

E i figli di queste persone? I giudici hanno deciso di trasmettere gli atti al tribunale dei minorenni, affinché prenda provvedimenti conseguenti.