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Cronaca

Trivulzio e Redaelli insieme per un polo di assistenza di livello europeo

E' il progetto del Comune di Milano che, in collaborazione con la Regione, vorrebbe fondere i due centri anziani, il Pio Albergo Trivulzio e il Golgi Redaelli, per dare vita a un maxi polo di assistenza per anziani

Un'enorme struttura di assistenza per gli anziani, un colosso a livello europeo. E' il progetto del Comune, in collaborazione con la Regione, che prevede la fusione amministrativa del Pio Albergo Trivulzio e del Golgi Redaelli, le due maggiori case di riposo in città. Un polo unico con tremila posti letto, altrettanti dipendenti, un patrimonio di 700 milioni e un fatturato di 170 l'anno. "Una delle sfide più difficili e appassionanti che abbiamo davanti nel campo delle Rsa - dice l’assessore comunale alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino - si tratta di mettere insieme due esperienze importanti per la qualità del lavoro e della cura, aprendo nuove opportunità nell’assistenza domiciliare ed evitando rischi di privatizzazione".

L'ITER - L'obiettivo è arrivare all'unione dei due centri entro due anni. A settembre il primo step con la creazione di un gruppo di lavoro che comprenda Comune, Regione e i vertici dei due enti e che decida la forma giuridica della nuova entità. "Siamo a completa disposizione delle istituzioni - dice Laura Iris Ferro, da un anno presidente del Pat che, lo ricordiamo, ha un buco nel bilancio di 10 milioni di euro - l’importante è avere la consapevolezza che la fusione, senz’altro auspicabile, sarà un percorso lungo e articolato".

Rodolfo Masto, alla guida del Golgi Redaelli, che invece ha i conti a posto, appoggia l'iniziativa ma ribadendo l'importanza di gestire nel migliore dei modi il personale: «Unificare le due storiche Rsa da un punto di vista amministrativo è un’opportunità importante, in quanto consentirebbe di ridurre le spese sugli acquisti e sulla gestione ordinaria. Non si pensi però di potere comprimere eccessivamente il personale, che è la vera risorsa per ogni casa di riposo». Anche le attuali sedi delle due case di riposo sarebbero preservate, senza cessioni e dismissioni.

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