rotate-mobile
Cronaca

Serino, il giudice gli crede: rimesso in libertà

Il critico è accusato da una ragazza di estorsione, sotto minaccia di diffondere foto "hard". Ma Serino davanti al giudice ha spiegato l'esistenza del credito di 5mila euro e ha precisato che le foto erano state subito cancellate

Il critico Gan Paolo Serino è tornato in libertà. Era stato arrestato per estorsione. Il giudice Ilio Mannucci, che l'ha giudicato per direttissima, ha convalidato l'arresto ma ne ha disposto la scarcerazione. La motivazione è che Serino, interrogato, avrebbe reso "articolate dichiarazioni in parte riscontrate nei documenti depositati". Non solo: la "pretesa creditoria era corretta ed è stata ammessa dalla stessa parte offesa".

Il giudice ha quindi disposto che si approfondisca la ricostruzione dei fatti soprattutto in merito a una eventuale correlazione tra le fotografie e la richiesta del denaro. Ma che cos'era successo? Secondo la versione dei fatti fornita da Serino al giudice nel pomeriggio di venerdì 2 marzo, lui e la ragazza, F. C., 29enne originaria di Mantova, si sarebbero conosciuti su Facebook. Alla conoscenza sarebbe seguito poi un incontro e la giovane sarebbe stata ospite cinque giorni a casa del critico.

In questa occasione Serino avrebbe offerto alla ragazza una collaborazione di tipo commerciale per la rivista online "Satisfiction", a fronte di un versamento di 5mila euro da parte di lei per una sorta di garanzia di serietà, associandosi alla Onlus che gestisce la rivista. Nel frattempo la collaborazione sarebbe effettivamente incominciata: lo provano alcune email della ragazza a un certo Andrea, di "Satisfiction", in cui la giovane si definisce "già al lavoro" e chiede ripetutamente l'attivazione di un indirizzo email col suo nome e cognome e il dominio della rivista.

Poi però i rapporti tra Serino e la ragazza sarebbero degenerati in un litigio. Serino avrebbe procurato a F. C. un contatto con l'azienda di Giorgio Armani, a cui la ragazza ha mandato una email in cui non avrebbe chiesto un appuntamento per definire la sponsorizzazione ma avrebbe trasmesso piuttosto "una sorta di curriculum personale". Di qui appunto il litigio. La ragazza avrebbe deciso di cessare immediatamente la collaborazione e, a quel punto, Serino le avrebbe chiesto i soldi a fronte di costi già sostenuti.

Il litigio sarebbe continuato giorni e giorni via sms e via Facebook. Serino avrebbe ammesso davanti ai magistrati quella che ha definito "una cavolata", ovvero la minaccia di diffondere due fotografie "hard" se F. C. non gli avesse dato i soldi. Così è scattata la trappola: F. C. ha contattato il critico dicendosi disponibile a fare lo scambio, poi - a consegna avvenuta - Serino le ha detto: "Guarda che le foto non ci sono". A quel punto sono entrati in casa i carabinieri.

Serino avrebbe definito "inconsistente" la minaccia, giacché tali fotografie sarebbero state cancellate subito dopo essere state scattate, e la ragazza sarebbe stata a conoscenza della cancellazione. Mentre il difensore Davide Steccanella ha preannunciato che proverà l'assoluta innocenza e si è saputo che il socio di Serino è pronto a testimoniare in suo favore, il giudice ha sostanzialmente dato credito alla ricostruzione di Serino e l'ha rimesso in libertà.

La convalida dell'arresto è solo "tecnica", quindi, essendo un atto dovuto in flagranza di estorsione. L'udienza è fissata per il 21 marzo 2012. "Per me la questione era il nostro diritto ad avere il denaro", si è giustificato Serino.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Serino, il giudice gli crede: rimesso in libertà

MilanoToday è in caricamento