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"Eccitati dal gioco e dalle vincite, solo agognate"

Casi di ludopatia in aumento a Milano, dove le sale slot a Milano in 10 anni sono cresciute del 72%. L'intervista di MilanoToday alla dottoressa Laura Bellodi

«Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo estremamente eterogeneo. La caratteristica principale è la presenza di comportamenti di gioco persistenti, ricorrenti, e maladattativi che compromettono le attività personali, familiari o lavorative», così la professoressa Laura Bellodi, direttrice del Centro Studi Neuroscienze di Milano, definisce il gioco d’azzardo patologico, un disturbo che colpisce sempre più milanesi alla prese con sale da gioco, slot machines e scommesse. MilanoToday l'ha intervistata. 

«I Giocatori Patologici sono di solito totalmente assorbiti dal gioco, rivivendo le esperienze di gioco passate, programmando le prossime imprese oppure pensando principalmente ai modi possibili per procurarsi il denaro necessario per giocare - ha continuato la professoressa Bellodi -. La maggior parte delle persone affette dice di ricercare nel gioco l’avventura, l’euforia o uno stato di eccitamento e che queste sensazioni sono più importanti dei soldi stessi. Spesso, con il tempo, sono necessarie scommesse o puntate sempre maggiori per poter provare il livello di euforia ed eccitamento desiderato».

Questo fenomeno a Milano è sempre più visibile: sono moltissime le sale da gioco che negli ultimi anni hanno aperto in tutto il territorio, in 10 anni sono aumentate del 72%. Praticamente tutti i bar tabacchi hanno inoltre un’area riservata alle slot machines in cui a tutte le ore del giorno si vedono persone giocare con un’aria assorta. Il disturbo del gioco d’azzardo patologico è infatti trasversale rispetto alla popolazione.

«Il gioco d’azzardo patologico è estremamente eterogeneo - conferma a riguardo la dottoressa Bellodi - e l’esperienza clinica sembra suggerire che alcune caratteristiche, come il genere, l’età e estrazione sociale possano variare in base alla tipologia di gioco preponderante. Ad esempio, uno studio condotto da Petry nel 2003 ha evidenziato che gli scommettitori alle corse di cavalli o cani sono generalmente maschi e mediamente più anziani rispetto agli altri gruppi di giocatori, mentre gli scommettitori sportivi sono generalmente maschi più giovani».

Questo disturbo non colpisce solo gli uomini, ma anche le donne: «Sono prevalentemente donne e piuttosto anziane i giocatori-tipo di slot machines. Esse iniziano a giocare in età avanzata e sono a forte rischio di problemi economici», ha spiegato la dottoressa. Il gioco d’azzardo patologico è una malattia vera e propria e come tale va affrontata e curata, non un vizio. A Milano ci sono moltissimi centri privati e non che se ne occupano.

«Data la natura eterogenea del disturbo non esiste un trattamento elettivo generalizzabile a tutti i giocatori d’azzardo patologici, il trattamento infatti deve essere adattato alle problematiche della singola persona», chiarisce la professoressa Bellodi, la quale sottolinea però l’importanza della prevenzione, in particolare di una informazione semplice e chiara riguardo la gravità di questo disturbo.

«Uno degli strumenti più utili a fino preventivo è sicuramente rappresentato dall’informazione –-conclude la dottoressa Bellodi -. Negli ultimi anni si sta verificando una sensibilizzazione sulla gravità e sulle problematiche che questo comportamento patologico può comportare. Penso che questa sia la strada corretta ed è necessario procedere in questa direzione».

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