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Cronaca

Il numero di insegnanti in Lombardia? E' adeguato

Secondo il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Colosio, il numero di insegnanti presenti in Lombardia è adeguato alle esigenze e per la Gelmini è meglio di dire dei no che costano piuttosto che dire dei sì che danneggiano le persone. Ecco la Riforma di Scuola e Università raccontata presso l'Hotel Marriott in corso Washington

marriot1Si è svolto presso l'Hotel Marriott in corso Washington un incontro sulla "Scuola e l'Università e sulla loro riforma". Hanno partecipato l'assessore regionale alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale Stefano Maullu, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio, il presidente della Provincia Guido Podestà e il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.

L'assessore Maullu ha presentato un progetto realizzato in collaborazione con Esercito, Protezione Civile e Polizia Locale, che prevede l'insegnamento ai giovani dello "stare insieme" con lo scopo di prevenire fenomeni devianti, primo fra tutti il bullismo; poi ha elogiato "quella che è una riforma che, tornando a puntare sulla meritocrazia, cerca di sbloccare un sistema che soffre l'approccio con il resto del mondo e dove spesso conta l'essere figli di qualcuno".

Secondo il direttore Colosio, che considera adeguato alle esigenze il numero di insegnanti presenti in Lombardia, "la scuola, molte volte caricata di compiti che non le appartengono, ha l'occasione, con questa riforma, di tornare a contare innanzitutto come luogo di formazione, eliminando anche quella cultura assistenziale ed egualitaria che a volte impedisce le differenze di merito e qualità degli studenti". Inoltre ha ricordato la firma di un accordo " che mantiene i precari a contatto con il lavoro, lasciandoli continuare a fare gli insegnanti e garantendoli di un reddito".

Il presidente Podestà ha elogiato il "lavoro fin qui svolto dal ministro, fondamentale per un Paese in ritardo da anni, che deve garantire la mobilità sociale e deve puntare sulla ricerca". A questo proposito ha citato il caso dello stabilimento Nokia di Cinisello Balsamo, sul punto di chiudere: "Dobbiamo porci il problema della perdita di posti nell'Hi-Tec, perché è fondamentale proteggere il potenziale produttivo lombardo che si basa su questa occupazione ad alta competenza". Ha poi detto che "vi sono alcune scuole che vanno ancora bonificate dall'amianto e altre che necessitano di interventi di manutenzione pianificata, senza dover ricorrere continuamente a interventi straordinari", citando tra tutti i Licei di Garbagnate e Rho, "ma questo programma di interventi deve fare i conti con il buco di bilancio di circa 40 milioni, lasciato dalla giunta precedente".

Il ministro Gelmini ha parlato di "un governo che ha avuto il merito di guardare alla realtà del sistema scolastico, piuttosto che fare ragionamenti ideologici; una realtà in cui la scuola non facilità più la mobilità sociale e in cui hanno prevalso per troppo tempo la cultura sessantottina, i 6 e i 18 politici; bisogna offrire una nuova ricetta al Paese, basata sul merito, la cui applicazione deve passare anche per scelte impopolari tra cui appunto quella della distribuzione del 7% del fondo di finanziamento ordinario (FFO) che ha premiato le università più virtuose, le quali, con la prossima riforma, dovranno aprirsi ad un ricambio generazionale: maggiori risorse dovranno spettare ai ricercatori, penalizzati da stipendi ingiustamente bassi e da tempi di assunzione e/o promozione troppo lunghi".

E' stata rivendicata anche "la razionalizzazione dell'organico personale senza operare licenziamenti: mentre il governo precedente non aveva razionalizzato e aveva tagliato le spese di funzionamento, il governo attuale ha ridotto l'aumento annuale dell'organico". Per la Gelmini, poi, "un ulteriore obiettivo è quello di far ritornare i bidelli a pulire, perché non è un paese normale quello in cui 150.000 bidelli vengono pagati mentre le pulizie sono appaltate a imprese esterne: cosi facendo si risparmierebbero 1,3 miliardi da destinare all'edilizia scolastica, all'informatizzazione e ai corsi di aggiornamento degli insegnanti.

Inoltre, l'anno prossimo, "diverrà legge il tetto del 30% per la presenza di immigrati nelle classi, in modo da favorire una vera integrazione, evitando il formarsi di classi ghetto". Ultimo accenno riservato ai precari "frutto di scelte sbagliate del passato e a cui il governo ha il dovere morale di dare una risposta recuperando le risorse necessarie, ma noi in ogni caso preferiamo di dire dei no che costano piuttosto che dire dei si che danneggiano le persone".


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