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Cronaca

Imane Fadil morta per aplasia midollare. I familiari potranno seppellirla

Il via libera alle esequie dalla procura di Milano. I risultati delle analisi (ma continuano le indagini)

Imane Fadil, la modella marocchina morta l'1 marzo dopo un mese di agonia in ospedale, potrà essere sepolta: la procura della Repubblica di Milano ha dato il via libera ai familiari. Ma il caso non è affatto chiuso. Sia i familiari sia i magistrati vogliono capire con precisione che cosa sia successo alla ragazza, nota in passato per avere partecipato alle "cene eleganti" di Arcore e per essere una dei testimoni chiave del procedimento Ruby-Ter (per corruzione di testimoni) a carico di Silvio Berlusconi, il cui processo doveva ancora iniziare quando (il 29 gennaio) Fadil è stata ricoverata d'urgenza all'Humanitas.

Sulle prime, la ragazza stessa aveva dichiarato (ancora in vita e ricoverata) di essere stata avvelenata. Anche se la notizia della morte si è saputa qualche giorno dopo. Numerose le analisi effettuate, sia durante il ricovero sia post mortem, e alla fine la ragione del decesso è stata individuata in una aplasia midollare, una insufficienza di cellule staminali emopoietiche che si traduce in carenza di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Molto raramente è congenita, mentre quella acquisita colpisce in Europa circa 2 pazienti ogni milione di abitanti all'anno.

Nel caso di aplasia midollare acquisita, l'origine può essere derivata da un virus o da un linfoma, ma anche da un farmaco. E gli accertamenti proseguono, a questo punto, per inquadrarla. Fadil morì senza che i medici dell'Humanitas riuscissero a diagnosticarle la malattia corretta. Di certo, dopo il decesso, nel sangue furono trovati valori molto alti di alcuni metalli. Ma nessuna traccia di radioattività. I familiari intanto non hanno ancora deciso se organizzare le esequie in Marocco o in Italia.

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