Incidente in via San Giusto a Milano, travolto in bici dal camion Amsa: morto un professore
L’incidente martedì mattina in zona San Siro. L’uomo insegnava storia e filosofia al liceo
Ogni mattina, racconta chi lo conosceva bene, si metteva in sella alla sua bici e andava in giro per la città per sbrigare qualche commissione o semplicemente per “regalarsi” un po’ di tempo tutto per sé. E lo stesso ha fatto martedì, quando però il finale è stato tragicamente diverso. Quando la sua strada si è interrotta prima di casa sotto le ruote di un camion che non è riuscito ad evitarlo.
È Ennio Valeri, professore in pensione di settantatré anni, il ciclista travolto e ucciso martedì mattina in via San Giusto a Milano da un mezzo dell’Amsa, l'azienda municipale che si occupa dello smaltimento dei rifiuti in città.
L’uomo, stando a quanto finora ricostruito dalla polizia locale, viaggiava alla sinistra di un camioncino Amsa - che ha la guida al lato destro - verso lo stadio Meazza.
All’altezza di uno spartitraffico, il conducente del mezzo pesante - un italiano di trentacinque anni - avrebbe svoltato a sinistra senza accorgersi del professore che viaggiava in bici e che ormai era finito nel suo “angolo cieco”. L’impatto, a quel punto, è stato inevitabile: la bici della vittima è finita sotto la ruota anteriore sinistra del camion e la stessa sorte, purtroppo, è toccata al prof.
Soccorso immediatamente dai vigili del fuoco del comando provinciale di Milano e dagli equipaggi di un’auto medica e un’ambulanza, per Ennio non c’è stato nulla da fare e i dottori non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
Originario di San Benedetto del Tronto, il settantatreenne aveva frequentato il Liceo Scientifico e si era poi laureato all’università di Urbino. Quindi, aveva iniziato la sua carriera di professore di storia e filosofia al liceo.
Sarcastico, ironico e tifoso della Juve, il prof è già in tanti, tantissimi ricordi che da martedì sera si rincorrono sui social. Quello più apprezzato è “nato” dalla penna di Giuseppe Turani, direttore della rivista “Uomini & Business” e amico di Ennio.
“A molti il suo nome non dirà molto”, ma - le sue parole - “era uno degli scrittori più attenti, puntuali, inevitabili. Sue passioni: la politica, il calcio, la cultura. Aveva uno stile tutto suo, brutale a volte, sempre diretto e chiarissimo. E una perenne indignazione, di cui sembrava possedere scorte infinite. Ma Ennio non era solo un polemista politico, questo vestito gli andrebbe stretto. A suo modo era anche un poeta e uno scrittore completo”.
Ed era anche un uomo - dice sicuro un altro amico - che “avrebbe commentato con sarcasmo questa fine beffarda. Ci mancherà”.