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Giovedì, 25 Aprile 2024
Incidenti stradali

Non vedente travolto sulle strisce da un bus, morto per un'infezione. L'appello: "Troppi ostacoli per strada"

L'incidente era avvenuto a metà aprile in Piazzale Cadorna a Milano

È morto nella giornata di sabato per le conseguenze di una infezione Dario Gandolfi, l'uomo non vedente che a metà aprile era stato falciato da un autobus in piazzale Cadorna a Milano mentre attraversava con il verde sulle strisce pedonali. A darne notizia è stato Rodolfo Mesto presidente della Fondazione Istituto dei ciechi di Milano che ha deciso di intitolare a lui "una campagna di sensibilizzazione per i tanti ostacoli che in maniera crescente limitano e precarizzano la libera circolazione dei cittadini con disabilità visiva e non solo".

"Dedicheremo a Dario questa nuova battaglia, affinché nell’opinione pubblica si consolidi il principio che tutti hanno il diritto, se vogliono, di muoversi in autonomia senza rischiare di cadere in un tombino aperto o di sbattere contro cicli e motocicli che ormai invadono i marciapiedi cittadini", ha scritto Masto su Facebook mentre ha descritto Dario, membro del Gruppo sportivo non vedenti, come una persona "sempre gioviale e sorridente, nell'attività sportiva aveva trovato serenità e tanta voglia di vivere".

L'appello del presidente della Fondazione Istituto dei ciechi di Milano è rivolto soprattutto a chi usa le biciclette del bike sharing e poi le abbandona sui marciapiedi senza curarsi di chi ha difficoltà di movimento. "Tutti conosciamo la gioia di sentirsi accarezzati dal vento mentre andiamo in bicicletta, tutti auspichiamo una città più verde certamente meno inquinata — ha proseguito Masto —; l’importante è che questi traguardi si raggiungono nel rispetto delle legittime esigenze di tutti".

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Foto - Una bici del bike sharing parcheggiata in malo modo sul marciapiede (foto Mesto/Fb)

La fondazione si è mossa cercando più volte l'aiuto di Palazzo Marino: "Da tempo abbiamo chiesto al Comune di fare la sua parte, impedendo, quando non è egli stesso responsabile, il posizionamento di pali e cartelli dei quali in molti casi non se ne capisce la ragione — ha proseguito Masto —. Da tempo abbiamo denunciato il posizionamento incontrollato di archetti contro il parcheggio selvaggio così da perpetrare un abuso più grave di quello che si vuole reprimere".

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