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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Serie A, evasione da 12 milioni: indagato Adriano Galliani, finanzieri a "casa Milan"

La Guardia di finanza martedì mattina ha eseguito un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di sessantaquattro persone. Nei guai, oltre a Galliani, anche Diego Milito

Un giro losco, o presunto tale, di favori scambiati tra calciatori, procuratori e società, tutti conniventi tra loro. Un giochino, andato avanti per quattro anni, che ha permesso agli indagati di non versare al Fisco italiano dodici milioni di euro, tutti finiti “fuorigioco”. E’ stata proprio l’operazione “Fuorigioco”, coordinata dalla procura di Napoli, a scoperchiare il vaso di Pandora sul calcio italiano, protagonista - almeno in parte - di una maxi evasione ai danni dello Stato. 

Un terremoto, l’ennesimo, scuote il mondo del calcio. Martedì mattina, la Guardia di finanza ha eseguito in diverse province italiane un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti di sessantaquattro persone, tra cui presidenti e calciatori di squadre di serie A e serie B e diversi procuratori. 

Tra gli indagati, infatti, figurano l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, l’ex calciatore di Milan e Inter, Hernan Crespo, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, il numero uno di Lazio e Salernitana, Claudio Lotito, l’ex dirigente della Juve Jean-Claude Blanc, Ezequiel Lavezzi, ex Napoli e ora in forza al Psg, e il figlio di Alessandro Moggi, Luciano, famoso procuratore.  

La Milano del mondo del pallone finisce a pie’ pari nell’inchiesta, tra dirigenti ancora in attività, calciatori e vere e proprie ex glorie delle due squadre milanesi. Nelle carte, infatti, sarebbero finiti Antonio Nocerino, attualmente al Milan, Marek Jankulovski, ex calciatore rossonero, Gabriel Paletta, arrivato al Diavolo dal Parma in un’operazione che era costata a Galliani una prima indagine, e Diego Alberto Milito, l’eroe nerazzurro del triplete. 

“Nei confronti di alcuni calciatori e dei procuratori coinvolti nell’indagine - si legge in una nota della procura - la guardia di finanza sta eseguendo anche perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella loro disponibilità, con lo scopo di rinvenire eventuale documentazione bancaria e contrattualistica afferente ai fatti illeciti contestati”. Le fiamme gialle, secondo quanto si apprende, in mattinata hanno visitato anche gli uffici di casa Milan in via Aldo Rossi. 

Serie A ed evasione, da Milito a Galliani: i nomi di tutti gli indagati 

L'inchiesta,  condotta dai pm della procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, ha permesso di “accertare l’esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte posto in essere da trentacinque società calcistiche di serie A e B, nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori”. 

Sarebbero proprio loro, società, calciatori e procuratori, i responsabili di un giro di false fatture, emesse con il solo obiettivo di truffare il Fisco. 

VIDEO - Le indagini e le perquisizioni della Guardia di finanza

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“E’ stato appurato - si legge negli atti - che i procuratori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti. Le società, da parte loro, approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione sul valore aggiunto relativa alla pseudo prestazione ricevuta in esclusiva”. 

Il trucco - evidenzia la procura - consentiva “ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit riconosciuto agli stessi dalla società, che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione”. 

Sostanzialmente: i procuratori fingevano di lavorare per le società, permettendo a queste ultime di aumentare la cifra detraibile sulle false fatture emesse. Inoltre, gli stessi club potevano così cancellare dai costi il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito lordo che avrebbero dovuto versare ai calciatori.

Nell’indagine è stato anche appurato che alcuni agenti stranieri, di nazionalità argentina, “delocalizzavano i proventi derivanti dalle citate attività professionali mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l’interposizione di società schermo con sede anche in paradisi fiscali”. 

La procura, al termine dell’indagine, ha disposto un sequestro di beni per oltre 12 milioni di euro per - si conclude la nota - “tutelare le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati”. 

Nella tarda mattinata di martedì, poco dopo l’ufficializzazione dei nomi degli indagati, l’Ac Milan ha pubblicato sul proprio sito una nota - a firma degli avvocati Niccolò Ghedini e Leandro Cantamessa - chiarendo che “la Procura della Repubblica di Napoli ha ritenuto quest'oggi di notificare ad Adriano Galliani l’avviso di chiusura delle indagini per una vicenda assolutamente marginale e non fondata, che troverà la sua risoluzione sia sotto il profilo tributario, sia sotto il profilo penale, in una doverosa archiviazione”.

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