Strage via Brioschi, la mattina una donna sentì puzza di gas ma non chiamò i pompieri
Il dettaglio è contenuto in una relazione messa agli atti delle indagini che stanno cercando di ricostruire le cause dell'esplosione di domenica che ha causato tre morti e nove feriti
Il dubbio, atroce, è che forse quella strage si poteva evitare. Probabilmente, ma è solo una ipotesi, se quella donna avesse chiesto aiuto il palazzo non sarebbe esploso e poi crollato.
Un’inquilina della palazzina di via Brioschi 65, il condominio devastato dall’esplosione del 12 giugno scorso costata la vita a tre persone, avrebbe sentito quella stessa mattina un forte odore di gas. La signora, però - secondo quanto riportato da una relazione di polizia depositata agli atti delle indagini -, non avrebbe chiesto aiuto ai vigili del fuoco, che in effetti quella tragica domenica non hanno ricevuto alcuna segnalazione.
È stata poi la stessa donna, dopo la strage, a raccontare alle forze dell’ordine di quel dettaglio a cui non aveva dato troppa importanza. Di importanza, invece, gli inquirenti ne stanno dando a tutti i dettagli.
Le piste più battute per individuare le cause dell’esplosione sono tre, sempre le stesse: il malfunzionamento dell’impianto, l’errore umano o - ed è la strada più triste - il gesto volontario, doloso.
Chi indaga vorrebbe ascoltare appena possibile la versione di Giuseppe Pellicanò, marito di Micaela Masella, la direttrice delle relazioni esterne del teatro Carcano morta nello scoppio insieme a Chiara e Riccardo, i due fidanzati ventenni. I due, nonostante fossero separati, vivevano ancora insieme e nell’esplosione l’uomo è rimasto ferito insieme alle loro due bimbe, di sette e undici anni.
Tutti e tre, per ora, sono ricoverati al Niguarda e gli agenti, per ascoltare le sue parole, dovranno attendere ancora.