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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Si fingono infermieri e truffano gli anziani, almeno 28 gli episodi: arrestati tre nomadi

L'operazione è denominata "infermiere amico", proprio con riferimento al modus operandi dei soggetti fermati

Si fingevano infermieri 'amici' di vecchia data, poi convincevano gli anziani a farli entrare in casa e li derubavano. Lo hanno fatto almeno in dieci occasioni ma potrebbero essere ventotto. In manette sono finiti tre cittadini italiani di etnia sinti.

Falsi infermieri

Gli arrestati sono due uomini di trentadue e cinquantasei anni e una donna di cinquantacinque anni, hanno cittadinanza italiana, appartengono alla comunità nomade e sono provenienti dalle province piemontesi di Torino, Cuneo ed Asti. L’ordinanza è stata regolarmente eseguita a Torino, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Milano e di Torino.

Video | Falsi infermieri

Truffa infermieri 02-2

Tra il tredici e il ventidue luglio, il pool antitruffe istituito presso la procura della Repubblica di Milano, coordinato dal procuratore aggiunto Targetti e composto da agenti della Sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato e della polizia locale di Milano, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dal sostituto procuratore Lucia Minutella ed emessa dal gip presso il Tribunale di Milano Cristina Di Censo, nei confronti di tre persone accusate di furti in abitazione, in alcuni casi degenerati in rapine aggravate ai danni di persone anziane.

L’operazione è denominata “infermiere amico”, proprio con riferimento al modus operandi dei soggetti fermati: i tre avvicinavano per strada l’anziana vittima presentandosi come gli infermieri che l’avevano assistita durante un precedente ricovero suo o del proprio coniuge e, contestualmente, millantando una pregressa amicizia con un parente della vittima. Una volta “conquistata” la fiducia della persona anziana, la convincevano a recarsi presso la sua abitazione con loro dove, dopo una serie di convenevoli e con diverse scuse, si facevano indicare il luogo della casa dove la vittima conservava il denaro e i preziosi per poi derubarla di tutto facilmente.

Gli episodi contestati ai tre soggetti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono dieci, ma quelli che si ritiene possano essere verosimilmente attribuiti ai destinatari del provvedimento sono ventotto, tutti individuati nel periodo compreso tra la fine del 2011 ed il 2015.

Gli investigatori ipotizzano che, data la facilità con la quale hanno messo a segno i colpi, la pervicacia espressa nel realizzare gli eventi criminosi, l’affiatamento dimostrato durante l’esecuzione dei raggiri, si possa parlare di veri e propri professionisti del crimine, tutti sprovvisti di una regolare e continuativa occupazione lavorativa. Per questo motivo, inoltre, si ritiene che gli episodi commessi possano essere molto più numerosi di quelli accertati e che spesso le vittime, per vergogna o per timore delle conseguenze nell’esporre quanto subito anche agli stessi familiari, non denuncino l’accaduto. 

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