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Cronaca

Inquinamento falde acquifere Expo, indagine per omessa bonifica: Campus a rischio?

Il fascicolo è stato aperto nei mesi scorsi dai pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi in seguito alla denuncia di Silvana Carcano, esponente milanese del M5S

Aperta un’indagine sull’inquinamento delle falde acquifere nel sottosuolo dell’area che ospitò Expo nel 2015.

La Procura di Milano vuole vederci chiaro. Nella cosidetta 'piastra' dell’Esposizione Universale Milanese dovrebbero sorgere il nuovo polo di ricerca Human Tecnopole e la nuova sede dell’ospedale Galeazzi.

Il fascicolo è stato aperto nei mesi scorsi dai pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi in seguito alla denuncia di Silvana Carcano, esponente milanese del M5S e consigliera regionale dei pentastellati. Il reato contestato (per il momento a carico di ignoti) è omessa bonifica.

L’inchiesta, come rivela “Il Fatto Quotidiano”, ruota attorno all’inquinamento delle falde acquifere presenti nel sottosuolo dell’ex area Expo provocato da sversamenti di sostanze cancerogene nel terreno da parte dell’azienda chimica Brennatag, ex Weiss, con sede a Baranzate, comune a Nord di Milano.

Gli accertamenti degli inquirenti si concentrano in particolare sulle certificazioni di avvenuta bonifica rilasciate prima dell’Expo dall’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale.

Come se non bastasse, spiega il Fatto, al confine con il futuro campus ci sono due aziende, la Ecoltecnica (gruppo Suez) e la Dipharma (Francis) che sono “a rischio chimico”: dal 2002 svolgono infatti attività di “messa in riserva e deposito preliminare di rifiuti industriali speciali pericolosi”.

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