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Cronaca

Milano, attentati a ditte che gestiscono immigrazione: arrestate sei persone

Gli arrestati inviavano ordigni esplosivi per posta e agivano per contrastare la politica dello Stato in “materia di immigrazione”

Sei persone, arrestate dalla polizia di stato di Torino nelle prime ore del 7 febbraio, dovranno rispondere alle accuse di associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto, in luogo pubblico, di ordigni esplosivi. Gli indagati, leader storici del centro sociale Asilo di Via Alessandria, sono ritenuti responsabili di attentati con finalità eversive, per aver spedito ordigni esplosivi in diverse città, tra cui Milano. Una settima persona è al momento ricercata.

Contro le politiche sull'immigrazione

I sei sono accusati di aver promosso, costituito e partecipato a un'associazione sovversiva che aveva l'obiettivo di contrastare le politiche nazionali in materia di immigrazione attraverso la sistematica distruzione di Centri di Identificazione ed Espulsione e di Centri per il Rimpatrio (Cie e Cpr). Atti di violenza e intimidazione, secondo quanto riferito dalla questura di Torino, venivano compiuti nei confronti delle imprese impegnate nella gestione di questa tipologia di strutture di accoglienza.

Il modus operandi

Sono 21 gli attentati con finalità eversive accertati e avvenuti in diverse città. In particolare 15 ordigni esplosivi sono stati spediti per posta a ditte che si occupavano di immigrazione a Torino, Milano, Bologna, Roma, Bari e Ravenna. Altri sei ordigni, poi, hanno riguardato Torino, Bologna e Genova e in particolare i relativi uffici di Poste Italiane, società nel mirino degli anarchici perché proprietaria di MistralAir, assegnataria dell’appalto ministeriale per il trasporto degli extracomunitari da rimpatriare.

Gli ordigni esplosivi, tutti creati secondo le stesse modalità, avevano l'obiettivo di provocare danni ai titolari e i dipendenti delle aziende. Lo scopo degli associati era duplice: da un lato intimorire le vittime e dall’altro arrecare danno allo Stato, "turbando l'ordine democratico e costituzionale", come annota la polizia.

L'associazione

Le indagini, condotte a partire dal 2018 dalla digos di Torino e coordinate dalla locale procura della Repubblica, anche con il supporto del “Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno” della direzione centrale della polizia di prevenzione, hanno permesso di dimostrare la sussistenza di un’associazione stabile, duratura nel tempo, con ripartizione di compiti, dotata di basi logistiche e mezzi.

Secondo quanto emerso dall'attività investigativa, i sei arrestati miravano a contrastare le politiche dello Stato sull'immigrazione annullando o depotenziando quanto più possibile le capacità ricettive dei Cpr.

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