rotate-mobile
Cronaca

L'Opera San Francesco per i Poveri, la solidarietà senza le istituzioni

Compie 50 anni quest'anno una delle istituzioni più importanti di Milano: l'Opera San Francesco per i Poveri. Mezzo secolo di solidarietà ed assistenza agli emarginati con una una mensa e un poliambulatorio che le istituzioni dovrebbero sostenere con più forza

operavL'Opera San Francesco per i Poveri è stata fondata nel 1959 da Fra Cecilio dei Frati Cappuccini di Viale Piave a Milano ed offre a poveri ed emarginati assistenza gratuita ed accoglienza. In città è una delle istituzione più importanti di solidarietà cattolica e quest’anno a dicembre festeggerà i suoi 50 anni di attività. Quello dell’Opera è un lavoro importante per il tessuto socio-economico cittadino, che riceve forse poca attenzione da parte delle istituzioni, che non la finanziano direttamente.

Abbiamo parlato con Mariella Nava, dell’organizzazione, per capire come funziona esattamente l’Opera, come si finanzia e di chi si occupa.

Chi sono le persone che si rivolgono a voi?


La nostra utenza è rappresentata principalmente da extracomunitari ormai. Se all’inizio della nostra attività ci occupavamo anche di migranti italiani (quelli che venivano a vivere a Milano dal Sud) oggi il tessuto sociale è cambiato. Aiutiamo anche i clochard classici, i senza tetto, ma anche persone con grossi disagi come problemi psichiatrici o di tossicodipendenza.

Qualcuno di quelli che frequenta le nostre mense appartiene anche a quella nuova povertà di cui si parla tanto, però il numero è ridotto. Persone in queste condizioni preferiscono non utilizzare un servizio mensa come il nostro, ma magari rivolgersi a quei distributori di generi di prima necessità (nda: come il Pane Quotidiano, un’altra realtà di solidarietà di Milano).

L’erogazione dei pasti, ovvero la mensa, è una delle vostre attività più conosciute. Ma quali altri servizi offrite ai vostri assistiti?

Oltre alla mensa, che serve circa 2300 pasti al giorno tra pranzo e cena, forniamo anche un servizio di Poliambulatorio. 130 dei nostri 500 volontari infatti sono medici, che prestano la loro conoscenza e i loro servizi ai nostri poveri.

Proprio l’anno prossimo, l’ambulatorio verrà trasferito in un’altra struttura dei cappuccini più grande, il che ci permetterà di ampliare la nostra capacità ricettiva e assistenziale.

Offriamo anche un servizio docce, un guardaroba per il cambio degli abiti e sportelli di assistenza per coloro che sono alla ricerca di lavoro. Disponiamo anche di una serie di mini appartamenti che per periodi brevi cediamo ai nostri assistiti: se per esempio si è subito un intervento in ospedale ed è necessario un periodo in un appartamento per l’assistenza, siamo in grado di fornirlo; oppure per le madri single che dovessero trovarsi senza alloggio.

Visto il vostro importante lavoro di supporto alla comunità, ricevete aiuti dalle istituzioni? Come vi finanziate altrimenti?

Le istituzioni non ci sostengono a livello finanziario costantemente. Ci è capitato di usufruire di qualche “finanziamento” a pioggia del Comune di Milano, ma non molto di più. Con la Provincia per esempio abbiamo alcune collaborazioni relative al Poliambulatorio.

Riceviamo denaro per finanziare le nostre attività da privati e società e ogni tanto da qualche lascito testamentario. Le aziende alimentari, invece, spesso ci donano prodotti per la nostra mensa, invece di denaro: anche in questo secondo caso, un aiuto importante per noi.

Qualche evento particolare in programma per festeggiare i 50 anni?


Per tre domenica d'autunno avremo tre cuochi famosi milanesi (Carlo Cracco, Gualtiero Marchesi e Pietro Lehmaan) che cucineranno nella nostra mensa per i nostri ospiti. Ci sarà un concerto con Lucio Dalla, il 20 di novembre, con testi di Alda Merini e il 20 di dicembre celebreremo con una messa ufficiale la fondazione dell'associazione con il Cardinale Tettamanzi. La prossima primavera poi sarà inaugurato il nuovo Poliambulatorio.


Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'Opera San Francesco per i Poveri, la solidarietà senza le istituzioni

MilanoToday è in caricamento