Leoncavallo, il Comune ci riprova. Maran: "Partiamo dallo scambio di aree"
La giunta Sala riapre il confronto sulla regolarizzazione del Leoncavallo ma i Cabassi stoppano
Ogni assessore all'urbanistica del Comune di Milano sa che, sul suo tavolo, magari non tra i primi dossier là in alto sulla pila, troverà quello del Leoncavallo: il centro sociale di via Watteau, sorto quarantatré anni fa (da un'altra parte), occupa uno stabile del gruppo Cabassi e dunque è formalmente "illegale", ma è anche un punto di riferimento consolidato nella vita culturale della città.
Ora Pierfrancesco Maran (assessore all'urbanistica da quasi due anni) sarebbe intenzionato a riproporre la questione, partendo dall'ultima proposta della giunta precedente, quella di Giuliano Pisapia: uno scambio di aree. Palazzo Marino acquisirebbe l'edificio del Leoncavallo, in cambio il gruppo Cabassi si accollerebbe un'ex scuola nel quartiere Taliedo (via Zama) e una palazzina in via Trivulzio (zona De Angeli), entrambi da mettere a posto. Una proposta che non fu mai portata in consiglio comunale perché giudicata, da alcune parti della vecchia maggioranza, un regalo ai costruttori.
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Ora Basilio Rizzo (il principale "oppositore interno") non è più in maggioranza e quindi, forse, la cosa si potrebbe fare. Ma è il gruppo Cabassi a non gradire più e a voler semplicemente riottenere l'area occupata, per far nascere un polo di servizi e terziario. O forse, semplicemente, per far capire al Comune che è tempo di agire: un'altra soluzione potrebbe essere quela di trasferire diritti di volumetrie da un'altra parte, sempre in una proprietà di Cabassi.