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Cronaca Città Studi / Piazza Leonardo Da Vinci

Il Comune "dimentica" Luigi Dadda, pioniere informatico: suo il primo computer d'Europa

L'ex rettore del Politecnico, quand'era un ricercatore, chiese e ottenne il primo calcolatore funzionante installato nel nostro continente. Ma per lui nemmeno un albero davanti al Poli

CRC 102A non dirà molto ai più, ma è la sigla del primo calcolatore installato e funzionante nell'Europa continentale. L'anno è il 1954 e il luogo è il Politecnico di Milano, grazie a Luigi Dadda, all'epoca 31enne ricercatore del Poli, di cui sarà poi rettore per dodici anni (a cavallo tra gli anni '70 e '80).

La macchina venne costruita dalla Computer Research Corporation, in California, con la collaborazione dello stesso Dadda, e fu poi trasportata in Italia via nave. Venne poi - nel settembre 1954 - installata nell'aula 2Sud del Politecnico. Fu pagata 120 mila dollari grazie anche ai fondi del Piano Marshall. Venne utilizzata da Dadda (che istruì anche alcuni docenti dell'università) in ambito didattico, ma anche da alcune grandi società come la Edison (per effettuare calcoli per la costruzione di dighe), la Pirelli, la Magneti Marelli, l'Innocenti, la Siemens e altre ancora, oltre ad alcuni osservatori astronomici. 

Dadda è il quarto italiano (dopo Alessandro Volta, Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi) ad avere ottenuto il riconoscimento della Ieee (Institute of Electrical and Electronics Engineers). Il riconoscimento gli è stato conferito nel 2016, a quattro anni dalla morte. 

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Il figlio Roberto ha ingaggiato una campagna per intitolare a Dadda una parte di piazza Leonardo da Vinci, come un albero: un luogo simbolico che «mio padre ha attraversato per sessantacinque anni per andare nel suo laboratorio di ricerca». Ma questa richiesta è andata nel dimenticatoio.

Lo stesso Roberto Dadda ha ricordato che l'allora sindaco di Milano Giuliano Pisapia, nel 2014, promise per iscritto l'impegno ad aderire alla richiesta, spiegando di avere trasmesso agli uffici competenti la proposta di dedicare al pioniere dell'informatica uno spazio in piazza Leonardo. «Poi una telefonata surreale da parte di qualcuno del Comune: 'Scelga lei una pianta e poi ne riparliamo'», è l'amaro commento del figlio.

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