La giunta sembra voler passare in fretta dalle parole ai fatti sul registro delle unioni civili. L'assessore Pierfrancesco Majorino ha incontrato oggi il sindaco di Padova Flavio Zanonato, che ha già implementato un registro simile, e all'inizio di settembre incontrerà alcune rappresentanze dell'universo glbt milanese.

L'obiettivo, arrivare presto alla definizione di come potrà essere un registro del genere a Milano. E naturalmente si fanno sentire le voci pro e contro. Come quella del consigliere provinciale del Pd Roberto Caputo (con un passato recente in Forza Italia e uno, meno recente, nel Psi): "Quando ero assessore comunale nel 1991 - spiega - avevo predisposto il registro, ma non lo si fece perché cadde la giunta. Ora vanno bene gli incontri, ma il registro può diventare realtà già da subito e aiuterebbe molte coppie a vedere riconosciuti i propri diritti".

"Quello che serve - conclude Caputo - è un luogo fisico dove potersi recare a registrarsi".

Non è affatto d'accordo Massimiliano Bastoni (consigliere leghista): "Si ipotizza perfino un ritocco alle graduatorie per le case popolari per favorire le unioni civili. Strike completo - è il suo commento - per mettere in ultima fila i nuclei tradizionali con figli".

Dal centro-destra anche il consigliere Matteo Forte (Pdl, vicino a Comunione e Liberazione) dice la sua: "Prima non hanno concesso differenziazioni sull'addizionale Irpef a seconda che un percettore di reddito mantenga solo sé stesso o anche un nucleo numeroso, adesso vogliono creare uno strumento, il registro, che in realtà si aggiunge a quelli che già esistono per la tutela dei conviventi: la legge 6/04 sull'assistenza ospedaliera, le polizze assicurative o le scritture private davanti ad un notaio".