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Cronaca

Inter, Roberto Mancini assolto dall’accusa di bancarotta: rischiava tre anni e mezzo

La richiesta di condanna era arrivata mercoledì mattina nel processo che vede l'allenatore nerazzurro accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di una società. E' stato assolto

E’ durata il tempo di qualche ora, la paura, per Roberto Mancini. L’allenatore nerazzurro, infatti, è stato assolto dall’accusa di bancarotta fraudolenta nel processo che lo vedeva imputato per il fallimento della società Img costruzioni. 

Il giudice ha scagionato il tecnico jesino perché “il fatto non costituisce reato”, cancellando di fatto la richiesta del pm Stefano Fava che - in mattinata - aveva ipotizzato per l’allenatore dell’Inter una condanna a tre anni e mezzo di carcere. 

Secondo il pubblico ministero, Mancini e l’imprenditore Marco Mezzaroma - altro imputato eccellente, che però non ha scelto il rito abbreviato - non avrebbero avuto un ruolo diretto nel fallimento della società, ma sarebbero stati coinvolti in quanto soci della “Mastro”, altra azienda specializzata nel campo delle costruzioni. 

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il buco di bilancio - un milione e ottocentomila euro - che ha poi portato al fallimento sarebbe avvenuto tra il 2006 e il 2009, quando i soldi “scomparsi” sarebbe stato distratti in diverse occasioni dai bilanci della Img attraverso un giro di false fatturazioni. 

Proprio in queste, indirettamente, secondo il pm era coinvolto l’allenatore nerazzurro. 

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