Milano, omosessuali e "sentinelle in piedi" nella stessa piazza: tensione con la polizia
I sentinelli dei diritti gay hanno manifestato in piazza San Fedele. A pochi metri da loro le sentinelle in piedi, riunite in piazza Scala. E non è mancata un po' di tensione. Le immagini
Un gruppo ha portato bandiere, striscioni e tutto ciò che potesse dare colore. L’altro, quasi a voler rimarcare la differenza anche stilistica, ha portato le solite file squadrate e i classici libri da leggere. Naturalmente in piedi.
Si sono “sfidati” sabato in piazza a Milano, e forse non sono mai stati così tanto vicini tra loro, i “Sentinelli dei diritti gay” e le “Sentinelle in piedi”. I due gruppi - a difesa dei diritti del mondo Lgbt l’uno, ultracattolico l’altro - hanno manifestato in piazza San Fedele e in piazza della Scala, a poche decine di metri l’uno dall’altro.
VIDEO | Sentinella dei diritti gay contro la polizia: fermato
Massiccio il dispiegamento di forze dell’ordine, necessario per evitare che le due parti venissero a contatto e che le provocazioni si trasformassero in qualcosa di più. Nonostante la presenza della polizia, però, non è mancato qualche momento di tensione.
“Forze dell'ordine a difesa delle povere sentinelle in piedi. Persone fermate e a cui è stato impedito di camminare in Piazza della Scala perché - hanno denunciato i manifestanti dei sentinelli dei diritti gay - ‘si capisce che siete di quel gruppo lì’”.
A protestare contro la decisione di impedire il passaggio in piazza è stato soprattutto un attivista che, dopo aver sfiorato lo scontro fisico con alcuni agenti, e dopo qualche momento di agitazione, è stato fermato e identificato.
Situazione più tranquilla, invece, in piazza della Scala dove, secondo gli organizzatori, “trecento persone” si sono ritrovate in strada per leggere i loro libri. “Trecento sentinelle non hanno perso la speranza - hanno esultato i manifestanti -. Trecento testimoni hanno reso testimonianza alla verità dell'uomo e della donna. Non ci arrenderemo mai. Dopo ogni notte sorge il sole. Milano non si arrende alla menzogna”.