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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Acido, Martina Levato: «Magnani competente in aggressioni, per questo l'ho scelto»

La ragazza sentita come testimone nel processo a carico dell'amante Alexander Boettcher

Martina Levato avrebbe pianificato le aggressioni con l'acido di cui è accusata per accrescere la propria autostima e per mostrare all'amante Alexander Boettcher di sapere «riprendere la propria dignità». Ma l'amante non avrebbe partecipato. La studentessa universitaria ribadisce insomma la versione di sempre, durante l'interrogatorio reso al processo per il quale è accusata di tre aggressioni (due con l'acido e un tentativo d'evirazione) insieme ad Andrea Magnani, considerato il "terzo uomo" e complice.

E' parlando dell'aggressione al fotografo Giuliano Carapelli che Martina Levato illustra meglio questo meccanismo psicologico. «Il solo fatto di affrontarlo mi ha dato autostima», ha detto Levato al magistrato che la interrogava, aggiungendo che Carapelli - conosciuto per caso in una discoteca - le aveva proposto un rapporto orale ma si erano solo baciati. E che il fotografo l'aveva quindi trattata come un «oggetto sessuale».

Riguardo al ruolo del complice Magnani, Levato ha affermato d'averlo contattato per la sua «competenza nelle aggressioni», e che Magnani le aveva proposto l'uso di una pistola che lui avrebbe potuto acquistare «in un campo rom», ma poi avevano preso in considerazione l'alternativa dell'acido.

Infine Levato ha smentito l'esistenza di una vera e propria lista di obiettivi, asserendo che - su suggerimento di Magnani - aveva scritto il nome di Pietro Barbini (l'ultima vittima) insieme ad altri «casuali» in modo da depistare la polizia; tuttavia Magnani aveva indicato una lista di persone che, secondo il pm e i legali delle parti civili, aveva potuto soltanto conoscere dalla lettura di una lista "originale" redatta da Levato.

L'interrogatorio si è svolto nel processo a carico di Alexander Boettcher. Levato è stata sentita come testimone.

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