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Cronaca

Mercati, la protesta degli ambulanti

Gli ambuulanti sul piede di guerra: la mancata promessa di Lagosta, le incoerenze del regolamento, gli scarsi controlli sugli abusivi

Gli ambulanti dei mercati di Milano passano al contrattacco e indicono una giornata di protesta contro l'amministrazione: "Troppi i nodi irrisolti", dicono. A partire dal "mercato mutilato", come lo chiamano, di piazzale Lagosta, che era stato ridotto per i lavori della M5 con la promessa di farlo tornare nella sede originale di via Volturno, cosa che poi in realtà non è più avvenuta per la contrarietà del consiglio di zona 9. Ora "Apeca", l'associazione che riunisce gli ambulanti, è arrabbiatissima. "Incontri su incontri senza concludere nulla", lamentano.

Per di più, durante un recente incontro (23 aprile) su Lagosta con l'assessore D'Alfonso, "è emersa la volontà del comune - scrivono in una nota - di avere mercati con orari più ristretti, meno bancarelle e più oneri d'occupazione del suolo pubbblico". Un clima non positivo, insomma, per gli ambulanti. Che criticano anche altri aspetti del lavoro dell'assessore e del comune.

Il regolamento, ad esempio. "E' pieno - spiegano - di lacune, incongruenze, norme vessatorie. Il risultato è che l'ambulante deve operare confidando nel buon senso di chi controlla". Come la multa per la mancata esposizione del cartellino identificativo (160 euro), più alta di quella comminata a chi vende articoli diversi da quelli per i quali è autorizzato (150 euro). Oppure la definizione di mercato se vi sono almeno tre posteggi: "Lambrate, Lima, Santa Maria del Suffragio o Baracca sono quindi veri e propri mercati. Ma non ci sono delibere di consiglio comunale per ciascuno di questi", sottolineano gli ambulanti.

Per non parlare della regola secondo cui il mezzo di supporto (il camion dell'ambulante) deve avere "apposita concessione" (articolo 9), che però in realtà non esiste: "Tutti gli automezzi - concludono gli ambulanti - sono a concreto rischio multa perché per essi vige il divieto di sosta, come per un privato, durante le ore di mercato".

E poi il capitolo pulizia. Gli ambulanti fanno notare che il comune ha noleggiato alcuni compattatori da Amsa, ma dove è iniziata una sperimentazione del loro uso (in viale Papiniano), non sono state installate le prese di corrente necessarie. E la Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, aumentata del 15-17% in media, ma con richieste di pagamento errate e con tempistiche diverse da quelli del fisco, con il risultato che gli ambulanti non fanno in tempo a chiedere le detrazioni. Non solo: in alcuni casi addirittura le tariffe sono diverse all'interno dello stesso mercato.

Infine la lotta agli abusivi. Se ne calcolano quasi 5mila che girano nei 93 mercati settimanali di Milano. Secondo gli ambulanti, i controlli si concentrano quasi solo in Papiniano e Fauché. "I nostri operatori sono al limite", spiega Giacomo Errico, presidente di Apeca.

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