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Cronaca Via Don Luigi Sturzo

M5, (quasi) tre anni e sentirli tutti: allarme 'usura anomala' dei binari

La linea, inaugurata a febbraio 2013, è vittima di "marezzatura". M5 lo ha comunicato a palazzo Marino nel dicembre 2014, ma il Comune è rimasto insoddisfatto delle verifiche e ha nominato, a giugno, un proprio consulente

Un piccolo gioiellino di tecnologia e precisione che rischia di sfiorire presto. Un servizio fortemente voluto e molto utile per i cittadini con una "bella" incognita sicurezza. Un’opera relativamente "giovane" che potrebbe avere già bisogno di ulteriori interventi e ritocchi. 

Sono passati soltanto due anni e sei mesi da quel 10 febbraio 2013 in cui M5, società costruttrice e appaltatrice del servizio, presentava a Milano e ai milanesi la nuova linea lilla della metropolitana. Tra ritardi, pochi, polemiche, un po’ di più, e qualche problema di rodaggio, tutto sembrava comunque essere andato per il meglio. Almeno sembrava. 

Perché a scoperchiare il vaso di Pandora su un problema non da poco della linea M5 è il Comune di Milano, che con una determinazione dirigenziale del 25 giugno 2015, pubblicata ora sull’albo pretorio online, fornisce ad un ingegnere l’incarico di “verificare la marezzatura dei binari”. 

Tradotto: i binari della nuova linea metropolitana hanno subito, soprattutto nel tratto tra Bignami e Garibaldi, una - scrive palazzo Marino - “anomala usura dei binari e del materiale rotabile”. 

Il problema, come mostra il fitto scambio di carte tra la società M5 e il Comune, non è cosa di questi giorni. Il primo “alert” infatti arriva in piazza della Scala 2 l’11 dicembre 2014, quando l’hub di Garibaldi è stato inaugurato da nove mesi appena

A scrivere è la commissione di sicurezza della linea 5. Il senso del messaggio è chiaro: si informa il comune che i tecnici hanno rilevato “la problematica tecnica relativa all’anomala usura dei binari e del materiale rotabile sulla linea 5 della metropolitana di Milano tratta Bignami-Garibaldi, già in esercizio”. 

Il Comune riceve la nota, ma passano quasi due mesi prima che - il sei febbraio - palazzo Marino chieda a “Metro 5 s.p.a, in qualità di concessionario, di effettuare ulteriori verifiche e trasmettere una relazione tecnica per evidenziare le cause della problematica”. 

Anche perché l’usura dei binari può avere riflessi negativi sulla sicurezza della linea metropolitana, causando prestazioni minori, ma soprattutto vibrazioni nei convogli e rotture nei “cerchioni”. E il Comune non lo nasconde, invitando la società a chiarire, nella relazione tecnica richiesta, anche i “possibili rimedi, con descrizione delle azioni tempestive, per consentire il corretto e sicuro esercizio del servizio e, contestualmente, gli interventi per la risoluzione definitiva delle criticità emerse”. 

Passano pochi giorni, diciassette per la precisione, e la relazione arriva. Tutto risolto? No. Perché la “commissione di sicurezza - scrive palazzo Marino nella determinazione - ha comunicato a codesta amministrazione l’inadeguatezza della valutazione presentata da Metro 5 sui motivi che hanno generato l’anomalo fenomeno di usura accelerata”. 

Quindi, si riparte da capo. Questa volta, però, a prendere la palla in mano è il comune, che decide di affidarsi a un consulente esterno. 

La scelta, dopo aver verificato che nell’amministrazione non ci sia nessuno pronto a ricoprire questo ruolo, cade sull’ingegner Roberto Lucani che - comune dixit - può “vantare notevole esperienza nel campo per la disamina delle problematiche insorte, per l’accertamento delle cause e per la conseguente proposta di soluzione”. 

A palazzo Marino la consulenza con il professore, che ha già “prestato la sua attività per le aziende di trasporti pubblici di Bologna, Reggio Emilia e Torino”, costerà 52.100,00 euro: 41mila di parcella, 1.704,92 di spese e 9.395,08 di Iva.   

Per M5, invece, il costo potrebbe essere superiore. Perché il Comune, ammettendo che “le problematiche potrebbe estendersi alle ulteriori tratte attivate”, fa notare all’azienda che quelle stesse problematiche “potrebbe avere riflessi sulla convenzione unica stipulata tra il concedente e concessionario e sottoscritta in data 22 dicembre 2014”. 

Più o meno dieci giorni dopo il primo “alert” ricevuto dal Comune. Un allarme sul quale, grazie alla solita burocrazia e - secondo il Comune - alla superficialità di M5, si comincerà a fare chiarezza soltanto da ora. Circa otto mesi dopo. 
 

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