Ragazzo morto in gita, così Domenico è caduto dalla finestra
Venerdì la polizia scientifica ha effettuato un sopralluogo nell'albergo in cui morì Domenico Maurantonio, lo studente padovano in gita ad Expo. Con un manichino è stata simulata la caduta
La certezza, una delle poche in questa drammatica storia, è che Domenico è precipitato “a piombo". Un tecnicismo usato dalla Procura per dire che lo studente padovano morto a Milano il dieci maggio scorso è caduto senza mai staccarsi troppo dal muro dell’albergo, il “Da Vinci”, nel quale alloggiava insieme ai suoi compagni di scuola.
Una convinzione che apre la strada a tre ipotesi, tutte plausibili. E tutte tragiche. Domenico potrebbe essere stato spinto da una mano misteriosa, al momento ancora anonima; potrebbe essere stato lasciato cadere durante un gioco finito male, magari con un compagno che ha cercato di stringerlo fino all’ultimo; o potrebbe aver semplicemente perso l’equilibrio mentre si trovava sul davanzale della finestra al quinto piano.
Proprio per appurare quale delle tre ipotesi sia più veritiera, venerdì pomeriggio la polizia scientifica - su richiesta della Procura - ha svolto alcune “prove cinetiche” per ricostruire la caduta dello studente padovano.
Gli agenti, con l’uso di un manichino e di alcune apparecchiature scientifiche, hanno simulato diverse volto il volo dal quinto piano dell’hotel. Cosa diranno i dati raccolti è difficile da immaginare, ma è probabile che possano dare una spinta decisiva alle indagini.
Indagini che, da venerdì, hanno escluso categoricamente la presenza di lassativi nell’organismo di Domenico Maurantonio. Nel corpo del giovane studente, invece, è stata riscontrata una presenza molto più alta - intorno a 3 grammi per litro - di alcol rispetto a quella “ufficializzata” dai primi rilievi.
L’alcol è stato trovato nello stomaco della vittima: segno evidente che Domenico ha bevuto fino a pochi minuti prima della tragedia. Fino a pochi minuti prima di quel misterioso volo dal quinto piano dell’hotel.