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Cronaca

Saronno, il medico e l'infermiera: uccidere per "punire" le vittime

Anche un carabiniere indagato: aveva ricevuto due segnalazioni ma non avrebbe fatto nulla

Altri indagati, oltre a Laura Taroni, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Primo tra tutti il dottor Nicola Scoppetta, primario del pronto soccorso di Saronno e fra i componenti di quella commisssione istituita per far luce sull'operato di Cazzaniga. I pm avevano chiesto, per Scoppetta, gli arresti domiciliari (per omessa denuncia e favoreggiamento), ma il medico di origini pavesi è stato "salvato", per ora, dal gip, che li ha negati. Scoppetta è però stato comprensibilmente sospeso dal ruolo di primario del pronto soccorso.

La commissione di fatto assolse Cazzaniga. Per il dottor Paolo Valentini, per esempio, la maggiore percentuale di morti tra i pazienti di Cazzaniga sarebbe stata dovuta al fatto che a Cazzaniga venivano affidati i casi più gravi. Insomma, è tutta statistica. Per il già citato Scoppetta, "le scelte dei farmaci sono condivisibili e basate sulla dimestichezza d'uso". Per il dottor Fabrizio Frattini, l'incremento delle dosi dei farmaci è dovuto al noto fenomeno della tolleranza, e le segnalazioni sull'operato dell'anestesista sono dovute alla "mancanza di adeguato dialogo e condivisione delle decisioni". 

Un medico legale che faceva parte della stessa commissione, Maria Luisa Pennuto, si limita a fidarsi dei colleghi: "Non posso che affidarmi al giudizio espresso da Frattini e Scoppetta". L'unico richiamo pare essere quello di invitare Cazzaniga a evitare di riferirsi al "protocollo Cazzaniga" quando parla dei suoi cocktail. L'uomo della strada si chiede quale sia stato il contributo di simili conclusioni e di una simile commissione, i magistrati daranno risposta in merito.

FUGA DALL'OSPEDALE DI SARONNO

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