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Cronaca

E' morto Leone di Lernia. L'annuncio dello Zoo: "Ciao amico, insegna al paradiso i tuoi 'Auz'"

Si è spento la mattina di martedì. Conosciutissimo a Milano (e milanese d'adozione), si prestava a foto e scherzi con i fan quando lo incontravano dalle parti di via Turati. Re del trash in tv locali, iniziò l'avventura dello Zoo nel 1999

E' morto Leone di Lernia la mattina di martedì 28 febbraio. Aveva 79 anni. "Sembra uno scherzo, uno dei mille fatti dallo Zoo, ma con il cuore spezzato, dobbiamo annunciare che Leone ci ha lasciato questa mattina. Riposa in pace fratello", scrive in una nota il programma. "Un male incurabile l'ha portato via, ma non ha portato via il suo spirito che rimarrà nei nostri cuori. La famiglia Di Lernia ringrazia tutte le persone che l'hanno amato e i suoi fans. Grazie di essere esistito. Ti amo", è l'ultimo ricordo del figlio Davide.

Conduttore radiofonico, cantante trash-demenziale e anima storica dello Zoo di Radio 105, Di Lernia, nei giorni scorsi, aveva postato diversi video e foto che lo ritraevano in ospedale. Mercoledì, poi, lo Zoo aveva pubblicato un video di Fabio Alisei, altro conduttore del programma, che invitava i fan a mandare messaggi di conforto a Leone. Si era sentito male qualche giorno fa. Sembrava si fosse ripreso, ma non ce l'ha fatta. "Lo andai a vedere a teatro tanti anni fa e due cose mi rimasero: la prima è che ci avvertì che sotto i sedili c'erano i sacchetti per vomitare, nel caso... e che alla fine del "supplizio", come disse lui, presentò tutta la famiglia sul palco, e aveva gli occhi lucidi per il figlio, una cosa tipica dei pugliesi... ciao volgarone", ricorda commossa a MilanoToday una lettrice.

Personaggio conosciutissimo a Milano, grande tifoso del Milan, non si risparmiava con foto, selfie e autografi con i fan quando lo incontravano nei pressi della radio in via Turati. Era '"habituè" del ristorante pugliese "La Porta rossa" in via Vittor Pisani. Spesso in trasmissione veniva dato il suo numero reale di cellulare, e lui, con ironia e goliardia, si prestava agli scherzi di tanti radioascoltatori sempre col sorriso. Aveva uno stile di comicità sui generis, volgarissimo e travolgente, seme diventato rigoglioso nello Zoo; battute a raffica, insulti, parolacce, ma sempre con animo sincero e aperto, cosa che lo faceva amare. 

"Quando io e Fabio (Alisei, ndr) siamo andati in ospedale a trovarlo, i medici e i famigliari ci avevano detto che il male era in stato avanzatissimo e che aveva pochi mesi. In quel momento, io e Fabio, siamo esplosi in un pianto infinito. L'unica speranza era che il suo corpo tenesse duro e potesse affrontare la chemio, ma come faceva a rimettersi? Appena ha visto telecamere, tutta l'attenzione su di lui, ha tenuto botta e si è goduto gli ultimi giorni di notorietà. Lui era così, viveva per la tv e la radio, apparire era la sua gioia, essere riconosciuto, la sua aria. Sabato sera ha voluto che io e Wender andassimo a cena da lui, voleva stare con quelli con cui ha inizato lo Zoo nel 1999, come se volesse chiudere il cerchio. Sembrava in forma, sembrava pieno di vita, ma la notte ha avuto un tracollo e la mattina successiva mi ha inviato (con fatica) un messaggio vocale in cui diceva che si sentiva debole e che forse sarebbe venuto in radio il giorno dopo, ma quello è stato l'ultimo messaggio da lucido", scrive Marco Mazzoli, anima e inventore dello Zoo di 105.

"Mi mancherai tantissimo amico mio, lascerai un vuoto nella vita di tutto noi, eri un ragazzino, con una carica assurda. Eri sempre di buonumore e riuscivi a farci ridere anche in circostanze assurde! Eri un amico, un fratello, un collega, un nonno e un vecchio di merda! Ora vai, sali in cielo e insegna al paradiso i tuoi "auz", "Addavadai", digli che "non succedeee nientttt"!", conclude commosso. "Avevi ragione su tante cose, addio vecchio amico mio", è il ricordo di Alisei.

"Era un pr nato, il miglior rappresentate di se stesso. E riusciva a intrufolarsi ovunque per farsi fotografare accanto a ai personaggi più famosi dell’epoca, sempre fiero, come lo è stato per tutta la sua lunga carriera, delle sue conquiste. Negli anni in cui gli smartphone non erano nemmeno un miraggio, Leone girava con le tasche piene di Polaroid che lo ritraevano insieme con le celebrità più importati e famose d’Italia e del mondo", ricorda il direttore di Radio 105 Angelo De Robertis. "Leone amava andare in onda e in particolare amava fare la radio. Ovunque lo si posizionasse nel nostro palinsesto, di giorno o di notte, in settimana o nel weekend - prosegue -, per lui era sempre il programma più bello e importante della radio. E tutti lo dovevano sapere: i colleghi, la gente per strada e, in anni più recenti, i suoi “follower” sui social network. Leone era fiero dei propri successi e si stupiva, incredulo, del grande affetto che il pubblico gli dimostrava costantemente. Mi diceva: “Auzz! Ieri ho fatto una serata, c'erano 100mila persone!". Per lui erano sempre in centomila, anche quando, raramente, erano poche centinaia", sorride De Robertis. ​ 

Settantanove anni, originario di Trani, Di Lernia da sempre viveva e lavorava a Milano, dove si trasferì giovanissimo e intraprese fin dagli anni Settanta una lunga carriera come intrattenitore e comico dialettale nelle tv locali. Note le sue parodie ironiche e trash di canzoni famose, da 'Killing Me Softly' a 'Love is love'. Esordì negli anni Ottanta su Radio Milano International, ora 101, con Fausto Terenzi. Nel 1999 l'inizio dell'avventura con lo Zoo, interrotta alla fine degli anni '10 del 2000, con partecipazioni successive solo sporadiche. Il filo con i conduttori e gli autori, tuttavia, non si era mai interrotto e non mancavano le sue incursioni in via Turati. Ando' anche all'Isola dei famosi nel 2006 e condusse un programma su Sky. Da antologia erano le sue incursioni, non programmate, allo Stadio San Siro durante i collegamento di 'Quelli che il calcio... '. 

I suoi successi trash

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